In occasione della loro data al Teatro Parenti di Milano intervistiamo i Wild Beasts. La band inglese ha pubblicato da poco il quarto lavoro "Present Tense", ennesimo successo di critica e pubblico, uno degli album più apprezzati di questo inizio 2014.
Ci troviamo nel retro del teatro e in sottofondo ci sono i Girls In Hawaii impegnati con il soundcheck - è il Day 1 dell’Elita Festival e oltre alle due band già citate ci sarà anche Joan As Policewoman.
Ecco che arrivano Chris Talbot e Ben Little, rispettivamente batterista e chitarrista della band. Abbiamo poco tempo, dopo saranno impegnati per un set fotografico e quindi, dopo le dovute presentazioni, iniziamo senza indugi.
Abbiamo letto che “Present Tense” non è nato suonando insieme ma lavorando a distanza individualmente e poi rielaborando in studio. Come è stato? Pensate di farlo ancora?
Ben: Non saprei, perché lavoriamo in maniera spontanea. Di sicuro, posso dirti che prima di “Present Tense” abbiamo scritto insieme poiché potevamo permetterci una stanza in cui essere tutti presenti fisicamente. Ma a Londra sarebbe stato abbastanza difficile suonare insieme e inoltre molto costoso. Così abbiamo iniziato a comporre separatamente con i nostri computer e alla fine ci siamo incontrati in una piccola stanza per mostrarci quello che avevamo prodotto.
Chris: E’ stato utile stare per conto nostro e staccare per un po’. Sapevamo tutti che avremmo fatto un altro album, ma è stato importante per noi avere a disposizione un po’ di tempo libero dopo “Smother”. Alla fine, nonostante lavorassimo separatamente sui nostri computer, andavamo tutti nella stessa direzione. E così, dopo sei o sette mesi dalla fine del tour ci siamo ritrovati…
B: E’ stata la prima volta in cui abbiamo avuto così tanto tempo. Siamo sempre stati impegnati in tour o in studio per scrivere e registrare. Dopo “Two Dancers” dovevamo battere il ferro finché era caldo e così arrivò subito “Smother”.
C: Scrivere, registrare, fare promozione, suonare live, può essere un ciclo infinito. E’ molto importante avere il tempo di fermarsi per poter ricordare perché si sta facendo tutto questo.
Per una band è una conquista molto importante avere il tempo di fare ciò che si vuole…
C: Sì! E’ stata la prima volta che abbiamo potuto permetterci di essere auto-sufficienti. Ma in conclusione non so se lo rifaremmo, perché la maniera in cui lavoriamo è sempre in evoluzione ed è questo che rende le cose interessanti per noi.
Qual è il vostro habitat naturale, lo studio o il palco?
C: Direi entrambi. Non c’è molta gente che è tanto fortunata da permettersi di fare solo una delle due cose. Lo studio è di sicuro più stimolante ma anche suonare live ci diverte. Sono due entità totalmente separate ma importanti allo stesso modo.
In “Present Tense” possiamo ascoltare diversi suoni ispirati dalla musica elettronica. Come avete deciso di muovervi in questa direzione?
C: Per usare una metafora calcistica, i Wild Beasts sono partiti con un classico 4-4-2: eravamo la tipica indie-band con due chitarre, basso e batteria, ma siamo sempre stati fan di gruppi quali i Radiohead, ad esempio. Poi è stato solo un naturale desiderio di sperimentare. Volevamo provare nuove cose, anche se non eravamo inizialmente portati a farlo. Insomma, non puntiamo a diventare maestri dell’elettronica.
B: E’ imparare che rende le cose molto eccitanti. Spingerti, sorprenderti, imparare dai produttori, è questo che ci piace.
Avete scelto “Wanderlust” come primo singolo, una canzone molto scura e dura. Volendo fare un confronto, il primo singolo di “Smother”, “Albatross”, era invece molto più soft. E’ solo provare nuovi suoni come dicevate prima o è la conseguenza di un cambiamento interiore?
C: "Wanderlust" non era pensata per essere un singolo ma alla fine lo è diventato. E’ stato il primo pezzo che abbiamo scritto e non è cambiato molto dalla prima demo. E’ una canzone rabbiosa e feroce, e abbiamo cercato di catturare quello spirito in maniera più spontanea possibile. Sono sentimenti che sono presenti sia in “Wanderlust” che in diverse canzoni nell’album.
B: In “Present Tense” abbiamo mantenuto il lato soft di “Smother” affiancandolo a questi nuovi suoni, poiché dopo l’ultimo tour abbiamo realizzato che sarebbe stato fantastico avere anche pezzi più di impatto, soprattutto per i live.
Avete pubblicato da poco il video “A Simple Beautiful Truth” e ho letto che è stato ispirato ai Talking Heads. Sono molto contento di vedervi qui tutti ancora vivi, nessuno è caduto dal dirupo…
C: (Ridendo) Sembra una giornata fantastica nel video, ma faceva un freddo assurdo e soffiava un vento terribile. Da sempre ci sforziamo di apparire tranquilli davanti alle telecamere. Abbiamo deciso di usare questo approccio à-la David Byrne, abbiamo pensato: “Sappiamo di poterlo fare sempre rimanendo noi stessi, senza sembrare dei totali idioti”. I video sono un ottimo accompagnamento alla musica, ma a dire la verità i nostri non sempre ci hanno soddisfatto, non ne siamo stati sempre orgogliosi. Questa volta invece lo siamo: è stato colto in pieno lo spirito del brano.
Hayden (Hayden Thorpe, cantante della band, ndr) ha dichiarato che “non si può provare a catturare il passato”, ma non è sempre così: molte band lo fanno in continuazione. Cosa ne pensate?
C: La musica è anche un business ma non si può avere la formula per scrivere una hit, un singolo o un album. Per fortuna non siamo mai stati “schiavi” delle vendite. Lavorare così non ci piacerebbe. Vogliamo creare qualcosa di nuovo ogni volta che ci troviamo in studio.
B: Da questo punto di vista la Domino Records è davvero unica. Ci chiedono “Cosa volete fare?” e non abbiamo nessuno tipo di pressione, è una sensazione fantastica, si fidano di noi.
Facciamo un passo indietro. Il successo ha cambiato il modo in cui fate musica? Prima di "Limbo Panto" eravate più una pop-band, ma in seguito vi siete sentiti più sicuri dei vostri mezzi e avete iniziato a proporre musica meno immediata. E’ così?
C: Penso che ci consideriamo ancora una pop-band ma, usando ancora la metafora calcistica, il campo è diventato un altro. Ora per noi è più stimolante creare quello che reputiamo sia musica interessante, ad esempio non usando sempre la classica struttura A-B-A-B. Anche gli errori vengono considerati da noi come un valore aggiunto, danno all’album vitalità. Non bisogna cercare sempre di essere perfetti.
B: Siamo un po’ tutti amanti del pop, anche di artisti quali Miley Cyrus ad esempio (su YouTube potete trovare la loro cover di "Wrecking Ball", ndr). Non ci limitiamo: ci piace rubare da tanti generi, anche dal rap, e mescolare tutto senza problemi.
Di sicuro, uno dei trademark dei Wild Beasts è il duetto tra Hayden Thorpe e Tom Fleming. Durante la vostra evoluzione la voce di Tom ha guadagnato sempre più spazio nell’arrangiamento. Questo ha cambiato il vostro modo di scrivere?
C: Siamo molto fortunati ad avere due incredibili cantanti come Tom e Hayden, è un privilegio e una cosa che ci distingue dalle altre band. Quindi ci ritroviamo spesso a semplificare gli arrangiamenti per dare alle loro voci il giusto spazio, ma li trattiamo alla pari degli altri strumenti della band. E' come avere un’altra freccia nel nostro arco.
Chris, tu sei un batterista particolare e molto facile da riconoscere. Come hai sviluppato il tuo stile? Ad esempio, quando hai aggiunto i bongo ai tuo kit?
C: I bongo sono stati in realtà un’idea del nostro primo produttore, all’epoca di "Limbo Panto". C’era questa canzone chiamata “The Old Dog” che in origine aveva degli handclap. Lui propose invece di usare i bongo e pensai che fosse un’ottima idea: li avevo sempre suonati ma mai nella band. Così li inclusi nel kit, iniziai a usarli abitualmente e a esercitarmi. Come stavamo già dicendo riguardo all’elettronica, non ci interessa diventata maestri di uno strumento, imparare a suonarlo “come si deve”, ma piuttosto esplorare e sperimentare. Non mi sento un grande batterista e non è un mio obiettivo diventarlo.
State già pensando al futuro o siete concentrati sul presente e sul tour? C’è magari qualcosa che state ascoltando che potrebbe influenzare i vostri prossimi lavori?
C: Ora come ora desideriamo condividere le nuove canzoni con il pubblico e suonare live, è ancora presto. Di sicuro a un certo punto faremo un nuovo album, ma è una cosa che deve accadere in maniera naturale.
B: Scrivere e registrare un nuovo album comporta un impegno incredibile e una grande quantità di tempo. Ora siamo in tour e ci godiamo questo momento.
C: Magari non ci metteremo tanto come per “Present Tense”, ma comunque è una cosa che non è all’orizzonte al momento.
Ultima domanda: nella scaletta di stasera ci sarà anche la cover di "Wrecking Ball" di Miley Cyrus?
Insieme: No, non pensiamo…