13-14-17/05/2017

Overlook #1

Cinema Classico, Torino


A metà maggio il Cinema Classico di Torino ha ospitato il primo capitolo della rassegna musicale OVERLOOK, curata da Fabrizio Modonese Palumbo (OFF Studio booking+management e Larsen) con Stefano Jacono e Diego Borgazzi (casa di distribuzione cinematografica Movies Inspired e Cinema Classico). La storica sala di proiezione di Piazza Vittorio 5 fu costruita nel 1913 durante gli anni d’oro del cinema muto torinese e nel corso del tempo è stata trasformata in luogo di fruizione di pellicole di varia tipologia, cambiando più nomi (Cinema Impero, Vittorio Veneto, Empire e Classico). La meravigliosa location dei concerti diventa una presenza attiva durante le performance, che trattiene la magia, l’intimità e l’attenzione determinate “dal buio in sala”. In entrambe le serate lo schermo del Classico incornicia con rigore estatico solo i musicisti e la scritta “OVERLOOK #1”, fluttuanti nel light design minimale del palco a tinte viola, rosa, blu e rosse.

La prima serata si presenta come un flusso organico, montaggio unico di una storia condivisa che attraversa paesaggi sonori diversi e che si riverbera nella forma e nello stile. A scrivere l’incipit di OVERLOOK è il polistrumentista Thor Harris, già membro delle band Swans e Shearwater, col progetto che dà il titolo al recente esordio “Thor & Friends” (LM Dupli-cation, 2017). I quattro musicisti dell’ensemble, tre dei quali del nucleo originario di Austin in Texas (Thor, Peggy Ghorbani e Sarah “Goat” Gautier), si presentano di fronte allo schermo del Classico su un palco allestito con marimba, xilofono, percussioni e sega musicale. Thor & Friends dà vita a un concerto suggestivo, definito subito dall’incedere ritmico e melodico minimale e ipnotico di quella “White Sands” che apre il disco. La performance del quartetto è impreziosita degli inserti di clarinetto di Harris e dalla partecipazione dei Larsen con batteria, fisarmonica, chitarre e viola. La musica strumentale idilliaca e sospesa di Thor & Friends crea un connubio perfetto col set successivo dei Larsen, cult band torinese che presenta specialmente i brani del suo ultimo, ottimo album, “Of Grog Vim” (Important Records, 2016), al quale Harris aveva partecipato come ospite col trombone in due brani. Il set dei Larsen amplia la palette timbrica di ciò che abbiamo sentito finora, rendendo avvolgente il suono e ineluttabile l’incedere dei crescendo dei loro brani, elegiaci e intensi. Partecipano in alcuni momenti del set anche Thor & Friends, a loro volta sostenendo la sezione ritmica e integrando la già ricca gamma sonora della musica dei Larsen.

La seconda serata si presenta invece come un film in due episodi. Nel primo abbiamo il duo formato da Paul Beauchamp e Paolo Spaccamonti con le sonorità folk/dark ambient del loro recentissimo “Torturatori” (Escape From Today, 2017). Nel secondo abbiamo la performance assoluta del liuto barocco di Jozef Van Wissem in solo con una musica principalmente strumentale, di volta in volta scolpita dalla forma-canzone.
La prova dei “torturatori” è raccolta e densa di fascino: nel buio quasi completo della sala, i corpi dei due musicisti sono appena (s)colpiti dalle luci blu-violacee posizionate sul pavimento. Beauchamp e Spaccamonti suonano per intero il disco, un lato alla volta. “White Side” è una composizione principalmente per chitarra acustica e sega musicale, in cui riecheggiano frammenti che ricordano vecchie colonne sonore western ed elementi del folk americano, legati insieme dai drones prodotti dai due musicisti. “Black Side”, invece, si apre completamente nella direzione del pubblico, liberando distorsioni e beat elettronici e saturando quello spazio in semi-penombra che si frapponte tra musicisti e pubblico.

Dopo Beauchamp e Spaccamonti, il secondo quadro della serata ritorna all’essenzialità della visione creata da un unico strumento che si potrebbe definire “senza tempo” poiché ha attraversato e si è modificato come corpo nei secoli. La sfida di Van Wissem – che ha realizzato con Sqürl (Carter Logan e Jim Jarmusch) la splendida colonna sonora di “Only Lovers Left Alive” (ATP Recordings, 2014) e, sempre con Jarmusch, il disco “Concerning The Entrance Into Eternity” (Important Records, 2014) – è catturare il pubblico e concentrare la sua attenzione in un solo punto della sala: al centro del palco dove Van Wissem, in maniera teatrale, conduce la sua performance col liuto. Arpeggi, armonie, ripetizioni e pause si susseguono e si sovrappongono in brani che a tratti vanno a cercare la voce stessa dell’autore per farsi canzoni nel senso più tradizionale (e a-temporale) del termine. La risultante è affascinante e spiazzante, sbalorditiva se si pensa che si sta ascoltando un unico strumento, singolare se si pensa che tra quelle stesse mura da mesi si poteva avere la possibilità, sempre come spettatori, di sentire quelle note provenire dal film di Jarmusch.

Il ciclo OVERLOOK #1 è completato dalle proiezioni del mercoledì di due film distribuiti da Movies Inspired, il già citato “Only Lovers Left Alive” (2013) e “Green Room” (2016) di Jeremy Saulnier, presentati in lingua originale con sottotitoli. Entrambi i film non solo hanno particolare cura della colonna sonora, ma integrano nella narrazione la componente musicale attraverso la figura dei musicisti (“Only Lovers Left Alive”) anche come membri di una subcultura musicale (“Green Room”). Soprattutto, entrambi i film mettono in discussione cosa sia il genere cinematografico e i topoi di un certo tipo di narrazioni canonizzate, vuoi che i protagonisti siano una coppia di vampiri che ascoltano dischi o un gruppo punk alle prese con i ritmi e la violenza di un thriller. L’integrazione del programma con specifici film arricchisce ulteriormente la rassegna OVERLOOK, completando una visione curatoriale in cui forme e generi vengono rielaborati in cerca di soluzioni inedite e percorribili.

Attendiamo i prossimi capitoli di OVERLOOK tra cui il secondo, che metterà in scena una performance audiovisiva di The Anti Group il 1° e il 2 luglio, sempre al Cinema Classico.