13/07/2024

Massive Attack

Piazza Sordello, Mantova


But if you hurt what's mine
I'll sure as hell retaliate
You can free the world, you can free my mind
Just as long as my baby's safe from harm tonight

Aggirarsi tra le sale del Palazzo Ducale di Mantova, accompagnati dalle basi di brani come “Karmacoma”, “Black Milk” o “Teardrop”, provenienti dall’adiacente Piazza Sordello, è qualcosa di magico. È successo nel pomeriggio di sabato scorso, nell’attesa che la venue designata da Mantova Summer Festival per ospitare i Massive Attack vedesse l’arrivo di novemila trepidanti spettatori. L'ultima visita in Italia da parte del collettivo trip-hop di Bristol risaliva al 2019 e la curiosità di assistere al loro show era palpabile, specie dopo la conferma della presenza di numerosi ospiti, tra cui l’eterea voce dei Cocteau Twins Elizabeth Fraser e il travolgente trio hip-hop sperimentale scozzese Young Fathers.

Ad aprire lo spettacolo è una sequenza filmata con in sottofondo “In My Mind”, omaggio a Gigi D'Agostino, che consegna al pubblico il tema principale della serata, utilizzando come metafora il noto video di un macaco che gioca al computer con la mente grazie a Neuralink, l'impianto ideato da Elon Musk: l’essere umano in bilico sul labile confine che separa ciò che è reale da ciò che è creato e partorito dal mondo virtuale. Nel corso dell'esibizione sono tanti i riferimenti a tecnologie, fake news, complottismi, con un grande focus sui conflitti in corso in Ucraina e a Gaza, il tutto attraverso un eccelso gioco di visuals. “Am I Real?”, “Can I Feel?”, “Do I Belong?”, “Do I Matter?” sono solo alcuni dei tormentati quesiti esistenziali che scorrono alle spalle della formazione guidata da Robert “3D” Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall, mentre ingrana con la serpeggiante “Risingson”; ad essa fa seguito l'ipnotica “Girl I Love You”, dove la voce al microfono è quella del primo ospite Horace Andy, mentre l’attesissima Elizabeth Fraser sale sul palco per eseguire la sottile e sinuosa “Black Milk”.

Le solenni arie tribali di “Hymn Of The Big Wheel” aprono agli echi della sinistra “Take It There”, dove a farla da padrone sono le profezie e le teorie cospirazioniste che lampeggiano sui ledwall, fino alla cupa e magnetica “Future Proof”. Frequenti i piccoli interventi di 3D tra una canzone e l'altra, alcuni dei quali in italiano, dove spicca un divertente “Tüt a post?” in dialetto. La risposta non può che essere affermativa, soprattutto con l’entrata in scena degli esplosivi Young Fathers, con cui i Nostri hanno collaborato in più occasioni, tra le quali la charity release “ceasefire”, i cui proventi sono stati devoluti a Medici Senza Frontiere in attività a Gaza.
Si susseguono due inediti, la dinamica “Gone”, caratterizzata da ritmi coinvolgenti, e l'incedere più lento e pesante di “Minipoppa”, concludendo l'intervento con l'acclamata “Voodoo In My Blood”, featuring incluso nell’Ep “Ritual Spirit” (2016).

Did I dream you dreamed about me?
Were you hare when I was fox?
Now my foolish boat is leaning
Broken lovelorn on your rocks

Uno dei principali highlight della serata è segnato da un’intensissima “Song To The Siren”, cover di Tim Buckley intonata magistralmente da Fraser (e presente all’interno di “It'll End In Tears” dei This Mortal Coil), continuando in crescendo con la marea di notizie online, vere o presunte tali, sciorinate a video sulle percussioni incessanti e ossessive dell'arabeggiante “Inertia Creeps”, e una buona dose di ironia con il mega-complotto in salsa new wave sulle note di “ROckWrok”, efficacissimo rifacimento del brano degli Ultravox.
La tensione dettata dalla bassline di “Angel” anticipa un altro dei momenti salienti dell’esibizione, ovvero l'esecuzione della grintosa “Safe From Harm”, cantata da Deborah Miller e dedicata al conflitto palestinese, e i giri campionati e le arie r&b di “Unfinished Sympathy”.

Il gran finale è lasciato alle hit di pregio, “Karmacoma”, la gemma per eccellenza “Teardrop”, passando a “Group Four”, introdotta da uno spezzone di “Levels” di Avicii, in un percorso circolare che si chiude nuovamente su “In My Mind”, con una carrellata delle immagini viste in precedenza.
Di straordinario impatto comunicativo e di grande ricchezza di contenuto, quello dei Massive Attack non è un semplice concerto, ma un’immersiva performance a 360 gradi dalla quale risulta impossibile non restare stregati, affascinati e al contempo profondamente turbati. Voci di corridoio parlano inoltre di un presunto aftershow segreto tenutosi nelle vicinanze della piazza, ma, come tante dicerie tra realtà e mistero, è destinata a rimaner leggenda.

(foto di Francesco Consolini)

Setlist

In My Mind (Gigi D’Agostino song)
Risingson
Girl I Love You (with Horace Andy)
Black Milk (with Elizabeth Fraser)
Hymn Of The Big Wheel (with Horace Andy)
Take It There
Future Proof
Gone (with Young Fathers)
Minipoppa (with Young Fathers)
Voodoo In My Blood (with Young Fathers)
Song To The Siren (Tim Buckley cover) (with Elizabeth Fraser)
Inertia Creeps
ROckWrok (Ultravox cover)
Angel (with Horace Andy)
Safe From Harm (with Deborah Miller)
Unfinished Sympathy (with Deborah Miller)
Karmacoma
Teardrop (with Elizabeth Fraser)
Levels (Avicii song)
Group Four (with Elizabeth Fraser)

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