Una cosa per essere importante non deve necessariamente piacere. Nella tua vita hanno la massima importanza il tuo fegato e la forza di gravità che ti tiene a terra, eppure dubito che fegato e forza di gravità siano la tua passione. Una dinamica del genere vale anche per la musica pop. "Radios Appear" dei Radio Birdman è una pietra miliare per i motivi che cercherò di spiegare, anche se a me non piace molto, per motivi personali, relativi a scelte di vita contrarie a quelle che risultano da questi brani.
L'importanza di "Radios Appear" sta nell'aver introdotto alla new wave attraverso una rivisitazione del rock'n'roll. A metà anni Sessanta qualcosa di simile avevano fatto, rispetto al rock, che così introdussero, gruppi quali i Kinks e gli Who in Inghilterra e i Sonics negli Usa. Poi, durante tutto il primo decennio rock propriamente detto, che va dal '67 al '77, dai Velvet Underground ai Sex Pistols, tutto un filone, per lo più statunitense, continuò nel solco rock'n'roll: ora in maniera più riformista o sperimentale (Stooges, Mc5), ora in maniera più "reazionaria" (New York Dolls); dove, a seconda del contesto, scelte espressive di per sé reazionarie possono risultare più provocatorie e destabilizzanti d'altre di per sé all'avanguardia.
Si giunge al '77. Il fenomeno più importante della cultura pop del periodo - e, per certi aspetti, della cultura popolare di tutti i tempi - è il punk. Punk che, in quanto moda, condiziona, oltre al vestiario, anche forme musicali ad esso estranee. Punk che - in una gran confusione e approssimazione - viene usato come sinonimo di new wave e questa, per qualche tempo, come sinonimo di musica pop. Se tu volevi dedicarti alla musica pop, a prescindere dal genere, dal cantautorato alla dance, da Elvis Costello ai Blondie, dovevi, volente o nolente, far i conti con la new wave, col punk - e con la new wave e col punk t'avrebbero comunque confuso.
I movimenti in teoria più avversi al punk o erano in crisi come l'hard-rock (in una crisi benefica che consentirà il passaggio dai classici Aerosmith ai nuovi, a forza di ritorno alle origini, Ac/Dc); oppure subivano, come il metal, molto più punk di quanto si sia pensato e si pensi ancora: Motörhead, Iron Maiden e Metallica sono i tre gruppi più importanti del metal, sono tutti e tre di quest'epoca (i Metallica un poco posteriori) e sono tutti e tre inspiegabili senza il punk.
Tutto ciò è indispensabile per capire "Radios Appear". Mettiamola così: i Radio Birdman, a Sydney, non erano o non avrebbero voluto essere punk. Come i Dead Boys, loro coevi, all'altro capo del mondo, a Cleveland (a conferma di quanto la globalizzazione non sia certo cosa d'oggi) - i Radio Birdman vennero reclutati nel punk, ma i Radio Birdman, anche più dei Dead Boys, facevano ed erano rock 'n' roll (anche per il contemporaneo e programmatico revival rockabilly di Cramps, Fleshtones e Gun Club possono farsi considerazioni simili, pur con certi distinguo).
Anzi: nel '77 i Radio Birdman contribuirono alla "nuova ondata" proprio per questo. Perché dopo pop progressivo, elettronico, sinfonico, cantautorale ecc., proposero una novità fatta, diciamo pure, di passato, di vecchio rock'n'roll. Come si diceva, a seconda del contesto, una cosa vecchia può risultare nuova. E per questo, pure, gli Ac/Dc, conterranei e coetanei dei Radio Birdman, rivoluzionarono l'hard-rock prosciugandolo da ogni magniloquenza sonora.
I Dead Boys (uno dei due gruppi derivati dai Rocket From The Tombs - l'altro furono i Pere Ubu) erano, non foss'altro che per il nome, più punk dei Radio Birdman perché dei due filoni del rock'n'roll revival, o mai morto, di cui dicevamo, seguirono quello di Stooges ed Mc5, mentre i Radio Birdman, nonostante facessero cover di Stooges e 13th Floor Elevators, vanno considerati musicalmente più prossimi ai New York Dolls. Sono accomunati a questi, fra l'altro, per l'uso delle tastiere, bestemmia per il punk e invece cifra distintiva del rock'n'roll e poi, in maniera nuova, più evocativa che da protagonista, della new wave (basti pensare ai primi Litfiba).
I Radio Birdman - che in pratica hanno fatto solo "Radios Appear", con cui quindi possiamo tranquillamente identificarli - non possono essere dunque annoverati nel punk perché a differenza dei punk, per loro il "che cosa" esprimere non risulta preponderante rispetto al "come" esprimerlo. I punk - e poi e maggiormente i teenager hardcore - avevano anzitutto qualcosa da dire e disprezzavano ogni ricerca formale a tutto vantaggio dell'espressione più diretta e più violenta. Chi non possiede qualcosa di essenziale ed esiziale da dire non può essere punk.
I Radio Birdman - come i New York Dolls - erano anzitutto dei raffinati conoscitori della storia della musica pop ed erano in grado di sintetizzarne i più vari apporti in maniera oltremodo competente e smaliziata. I contenuti da esprimere apparivano così secondari rispetto all'interesse tutto musicale, che si dovette, in qualche caso, rifare, nei testi e nelle atmosfere, al fantasy dei Blue Oyster Cult, dai quali deriva anche il titolo "Radios Appear".
"Radios Appear" va dunque inteso come una grammatica, con tanto di morfologia e sintassi, di musica pop degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, particolarmente nel suo versante più rock'n'roll, consegnata alla new wave (ma non al punk, in quanto tale ignorante d'ogni grammatica e storia!), e con essa agli anni Ottanta e poi Novanta e su su fino al grunge, al post-hardcore e all'estinguersi definitivo del rock.
Tenendo conto dei brani apparsi in ambo le sue edizioni – la prima edita dalla Trafalgar in Australia e Nuova Zelanda nel 1977, la seconda edita dalla Sire per il resto del mondo nel 1978 (sette brani in comune, tre apparsi solo nella prima e cinque solo nella seconda) – possiamo dividere "Radios Appear" in tre sezioni.
La prima sezione è quella maggiormente rock'n'roll, maggiormente anni Cinquanta. "What Gives?", "Do The Pop", "New Race", "Aloha Steve And Danno", "Murder City Nights" e "Monday Morning Gunk" sono staffilate, ognuna però con un suo contraddistinto tocco, di quelle che oggi non potrete mai e poi mai sentire alla radio o in tv; di quelle di quando c'era il rock 'n' roll - o anche il rock; di quelle che sconvolgerebbero, perché non più abituato o perché troppo giovane, lo sprovveduto o l'immemore ascoltatore che sappia non lasciarsi abbindolare dagli amplificatori odierni che alzano stupidamente i decibel di musiche altrimenti loffie e vuote. Qui invece è tutto un rigurgitare di ritmi e riff: Deniz Tek alla prima chitarra e Rob Younger alla voce sono l'alfa e l'omega d'una sezione ritmica tanto impeccabile quanto irrefrenabile, così che il gruppo nel suo insieme risulta molto più tecnico e consapevole e coeso di tanti esibizionisti hard-rock (all'epoca d'ordinanza, oggi, anche loro, impossibili) senza mai, comunque, scadere in sterili e noiosi tecnicismi.
La seconda sezione è quella che all'estroversione e irresponsabilità rock'n'roll aggiunge le coloriture sentimentali e le riflessioni poi proprie della new wave. Alla strada di Scorsese s'aggiunge la camera d'un James Bond in vena di meditazione. Abbiamo così "Hand Of Law", "Hit Them Again", "Anglo Girl Desire", "Descent Into The Maelstrom" e "Non-Stop Girls", vertice melodico del disco. Si tratta d'una serie di brani perfetti nella compenetrazione fra voce, affranta ma maschia, e strumenti robusti quanto elastici, tecnici quanto espressivi. Si tratta di tante variazioni sul tema apprezzabili soltanto da chi riesce a cogliere le sfumature, ad ammirare l'aurea mediocritas, ad ascoltare una narrazione che non sia quella piano/forte introdotta dal grunge e poi grossolanamente riproposta su su fino al sedicente nu-metal e ai bailamme insensati d'oggi. Si tratta, nella sua spigolosità e ruvidezza, di musica da centellinare, sorbire attentamente; una musica considerabile il companatico per vite altrimenti vissute (se non naufraghe nella dissipazione fine a se stessa del rock'n'roll); una musica per niente catartica, piuttosto da mantenimento o anche flagellante senza far male.
Infine, per la terza sezione, abbiamo "Love Kills" e "Man With Golden Helmet" che indugiano in lunghi e ariosi fraseggi, borghesemente epici, capaci d'unire palco e piano bar. L'anno prima avevano esordito Tom Petty e Jonathan Richman, che formarono, insieme a Johnny Thunders e Richard Hell, il quartetto di rocker che insegnarono, ognuno a suo modo, il rock'n'roll alla new wave.
06/03/2011