Con "The Glow Pt.2", Phil Elvrum non ha semplicemente omaggiato gli eroi della scena indie della sua adolescenza, ma ha costituito un inquietante monumento egotista difficile da decifrare, ricchissimo di trovate musicali e al tempo stesso impregnato di un immaginario personalissimo e sfasato che legittima ingombranti paragoni con Syd Barrett, ma senza più il timore di rimanere nell'affollato gruppo degli emuli dimenticabili.
Forse per via della presa di coscienza del proprio talento oppure per mancanza di tempo, come sosterrà ufficialmente, Elvrum abbandona gli Old Time Relijun, la band di cui era batterista, nel 2002. Per uscire all'inizio del 2003 con un album capace di superare il già imprescindibile predecessore.
Al di là dell'inevitabile soggettività dei gusti, "Mount Eerie" è un disco estremamente ambizioso, più di ogni altro lavoro a nome Microphones. Un concept sulla terra che chiude la quadrilogia iniziata da Elvrum con "Don't Wake Me Up". L'album è un flusso continuo di suoni vellutati e impalpabili, che si alternano coi rumori più frastornanti in un clima epico che verte quasi esclusivamente su stati d'animo di angoscia e terrore atavico e trasporta l'ascoltatore in mondi sconosciuti, ma pregni di umana inquietudine, operazione riuscita altrettanto bene solo a Tim Buckley e Robert Wyatt.
"The Sun" sorge esattamente dove finiva l'album precedente: il sordo drone ossessivo di "The Glow Pt. 2" pulsa più insistente che mai e pian piano comincia a montare su traballanti strutture dub, mentre i fruscii continuano a imbrattare lo sfondo. Qualcuno ha stabilito paragoni azzardati con Bernhard Gunter che però, per quanto lontani siano i due personaggi in ogni senso, trovano fondamento se si prende la musica di Elvrum come psichedelia interiore, anche più rarefatta di quella proposta dai Supreme Dicks che riaggiornarono il sound (chitarristico) dei Grateful Dead nell'epoca del post-rock. Dagli abissi della mente il brano viene sparato nelle vie siderali da una fanfara epica sostenuta da un tribalismo titanico, quasi una samba spaziale che si ferma come dinanzi a uno strapiombo quando Phil comincia, timidamente, a cantare. Il canto evocativo di Elvrum è accompagnato da una marcetta incerta fatta da chitarre spezzate e percussioni sfibrate, con occasionali inserti di trombe e altre diavolerie a sottolineare i momenti di maggiore panico. Il cantante vede se stesso alle pendici del monte spaventoso che dovrà a tutti i costi scalare e nel finale l'impennata rumoristica in tipico stile Microphones è sommersa da una colata di rumore bianco, quasi fosse il risveglio da un incubo. Ipotesi corroborata dalla successiva "Solar System", placida ballata acustica che prelude all'inizio della scalata.
"Universe" è introdotta da un balletto meccanico di percussioni, che culmina in una sorta di rock marziale, mentre il cantante all'acustica narra l'inizio della salita. I cori cominciano a farla da padrone e il brano si chiude con invocazioni liturgiche alla Popol Vuh. La title track prende le mosse in questo clima austero, dopodiché succede di tutto: dalle distorte memorie di desolate work song si passa bruscamente a una contorsione industriale con cadenze hip-hop fino a un pennellamento ombroso di suoni concreti e antiche fisarmoniche che si dissolve in una nuova ondata di white noise. Tratteniamo ancora il respiro e riascoltiamo finalmente la voce di Phil, che guida un coro epico e scuro con corni e grandi tamburi a scandirne le ultime parole nella conclusiva "Universe".
"Mount Eerie" entra di diritto nella storia del rock e consacra il suo autore da grande instabile a grande musicista tout court, sempre che dopo "The Glow Pt. 2" ce ne fosse ancora bisogno. La fantasia di Elvrum ora è completamente a briglie sciolte e i risultati costituiscono alcune delle "imprese" musicali più memorabili di sempre.
All'uscita di questo album monstre è subito fatta seguire una comunicazione di Elvrum stesso che dichiara chiusa per sempre l'esperienza Microphones. La sua nuova formazione si chiamerà Mount Eerie, proprio come il suo (secondo) capolavoro.
29/10/2006