White Stripes

Elephant

2003 (Xl Recordings)
blues-rock

I detroitiani White Stripes, ovvero Jack White (vero nome John Anthony Gills) e Megan Martha White, sono una delle "sensation" dell'anno. E non è difficile capire il perché: la loro ricetta musicale, infatti, mette d'accordo vecchi patiti di rhythm 'n' blues e gioventù (post-)punk, con una notevole dose di hype (e di furbizia). Se a questo si aggiunge la voluta ambiguità sul rapporto tra i due componenti della band (fratello e sorella? Amanti? I rotocalchi hanno speculato a lungo sul dilemma fino alla rivelazione che i due, in realtà, sono marito e moglie...), il gioco è fatto.

Dopo il successo del precedente "White Blood Cells", le Strisce Bianche insistono anche in questo "Elephant" con i loro brani chiassosi, che rievocano i bei tempi andati mescolando garage, blues, acid-punk e psichedelia. Rock contemporaneo, dunque, ma registrato con strumentazioni vintage, a dare un tocco inconfondibilmente retrò. Rispetto alla moltitudine di rivangatori delle radici della musica americana, però, i nostri sembrano anche possedere una certa abilità nel comporre canzoni. Anche in "Elephant", non mancano brani dal forte impatto emotivo, a cominciare dalla ballatona acustica di "You've Got Her In Your Pocket", con la voce sofferta di Jack in evidenza, per proseguire sull'onda delle melodie soul di "I Want To Be The Boy To Warm Your Mother's" e sulle note vagamente lisergiche di "In The Cold, Cold Night", serenata per chitarra, organo e voce (di Meg White), con echi di Doors e Patti Smith. E c'è spazio anche per il country stralunato di "Well It's True That We Love Another" e per una cover di Burt Bacharach ("I Just Don't Know What To Do With Myself").

Per il resto, è il ritmo a far da padrone, come dimostrano l'energico singolo "Seven Nation Army", con un bel giro di chitarra, la vibrante invettiva punk di "Black Math", la beatlesiana "There's No Home For You Here" e ancora "Hypnotize", che unisce una melodia contagiosa alla foga del punk. Ma sono soprattutto i sette minuti di "Ball And Biscuit", tributo alla Chicago rhythm 'n' blues degli anni Cinquanta, a dare spessore musicale al disco. Sì, perché spesso i White Stripes affogano in un mare di idee senza riuscire a svilupparne coerentemente una. Errano senza posa tra le pagine della storia del rock: dai Led Zeppelin ai Ramones, dai Nirvana alla Jon Spencer Blues Explosion.

Il vocalismo insolente e i violenti strappi chitarristici di Jack White, le pelli percosse in modo primitivo da Meg White sulle orme della "maestra" Maureen Tucker riescono, talvolta, a tenere in vita anche brani senza nerbo. Ma quattordici tracce sono forse troppe per l'attuale armamentario musicale del duo. E così l'alternanza tra quiete e accelerazioni chitarristiche di "There's No Home For You Here" e "The Air Near My Fingers", la pomposità "heavy" di "Little Acorns" e il rock'n'roll di "Girl, You Have No Faith in Medicine" non aggiungono granché di significativo al loro repertorio. Lo "scherzo" finale in salsa country di "It's True That We Love One Another", invece, dimostra quantomeno che i White Stripes sanno essere autoironici (e non è poco).

In definitiva: It's only rock'n'roll. And I like it. Però, nel 2003, sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di più di un revival, per quanto ben confezionato.

30/10/2006

Tracklist

  1. Seven Nation Army
  2. Black Math
  3. There's No Home For You Here
  4. I Just Don't Know What To Do With Myself
  5. In The Cold, Cold Night
  6. I Want To Be The Boy To Warm Your Mother's
  7. You've Got Her In Your Pocket
  8. Ball And Biscuit
  9. The Hardest Button To Button
  10. Little Acorns
  11. Hypnotize
  12. The Air Near My Fingers
  13. Girl, You Have No Faith In Medicine
  14. It's True That We Love One Another

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