Coral

Nighfreak And The Son Of Becker

2004 (Deltasonic)
pop

Un mini-album che di diritto può considerarsi un nuovo disco della giovanissima formazione inglese. Sei ragazzi poco più che ventenni già al loro terzo lavoro (dopo l'omonimo e "Magic And Medicine" dello scorso anno), guardati con favore da pubblico e critica, avrebbero potuto farsi intimorire dalla fama raggiunta, che troppo spesso annega precoci talenti stritolandoli nel meccanismo dello show-business. E invece eccoli uscire con questo gioiellino (pubblicato in edizione limitata e quindi candidato tra i memorabilia dei collezionisti) in cui la loro esuberanza un po' spavalda e incredibilmente eclettica prende il sopravvento.

Se "Magic And Medicine" vantava una maggiore unità artistica rispetto al primo album (dove la volontà di stupire a ogni costo era forse andata a danno della coerenza, generando dispersione) e mostrava l'abilità della formazione nel contenere la propria energia, "Nightfreak and the Sons of Becker" recupera la tracotanza dell'esordio, unendola alla notevole maturità artistica raggiunta; gli undici pezzi che ne compongono il tessuto, la cui durata complessiva non supera i 28 minuti, trascinano l'ascoltatore in un avventuroso viaggio sospinto dalla più genuina libertà espressiva, fresca e incredibilmente ricca di spunti sonori provenienti dal passato.

Le session di registrazione, tenutesi da qualche parte in Galles, sono durate appena sette giorni, e questo rende ancora più incredibile la riuscita di un lavoro mai fiacco e curato dal punto di vista degli arrangiamenti e del suono (pulito, nonostante lo sferragliare di chitarre, le incursioni delle tastiere e qualche accenno elettronico). Musica d'altri tempi, che sarebbe perfettamente a suo agio negli anni Sessanta: vengono in mente i Byrds (soprattutto quelli di " Younger Than Yesterday"), i Kinks, i Velvet Underground (presenti in certe derive psichedeliche), i Love di " Forever Changes" (la stessa sabbia del deserto dei Giant Sand), i saloon del Far West pieni di pistoleri ubriachi e puttane, i Beatles più melodici ("Lovers Parade" potrebbe essere uscita direttamente da "Rubber Soul").

Quel gusto lo-fi che oggi sembra essere in voga tra i musicisti pop di valore (pensiamo al recente "Democrazy " di Damon Albarn ) pervade l'atmosfera di "Nightfreak and the Sons of Becker", senza che ciò gli rubi originalità o spessore, ma anzi riscuotendo la simpatia di chi è nauseato dalla produzione patinata e artificiale delle classifiche.

L'attacco è affidato a "Precious Eyes", disturbante chitarra in apertura e stacco melodico repentino con la voce di Skelley fantasmatica e celata dietro un velo di nebbia. "Venom Cable", trascinante beat à la Blur con reminiscenze seventies, rappresenta la prima delle virate sonore a cui "Nightfreak and the Sons of Becker" ci abituerà. I fumi tornano a intorpidire la mente con "Song of the Corn", vagamente barrettiana nell'incedere lento e ipnotico, supportata da un primordiale battito di grancassa. La bruciante chitarra sixties di "Auntie's Operation" accelera nuovamente il passo, sospingendolo verso inaspettate sonorità garage e persino punk. I riverberi di "Grey Harpoon", contorniati da sinuose tastiere orientaleggianti e dal passo dance che intorpidisce come il movimento di un suonatore di flauto, lasciano di nuovo spazio alla psichedelia più selvaggiamente sfrenata di "Migraine" per poi chiosare con la già citata "Lovers Parade".

Interrogata circa il senso del titolo, la band ha risposto dicendo che il Becker a cui si fa riferimento è il famoso tennista; ironica o meno che sia tale affermazione, ben testimonia la vitalità e la gioia della creazione incarnata dalla spensieratezza spavalda, giovane e per questo tanto più encomiabile di questi ragazzi di talento. Nella speranza che non abbandonino tale ironica leggerezza, godiamocene i gustosi effetti.

07/12/2006

Tracklist

  1. Precious Eyes
  2. Venom Cable
  3. I Forgot My Name
  4. Song Of The Corn
  5. Sorrow Or The Song
  6. Auntie's Operation
  7. Why Does The Sun Come Up?
  8. Grey Harpoon
  9. Keep Me Company
  10. Migraine
  11. Lover's Paradise

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