Daniele Brusaschetto - Mezza Luna Piena

2005 (Bar La Muerte)
songwriter

"Strana la vita sulla terra, dove sarà il dietro le quinte?" Daniele Brusaschetto è un cantautore torinese attivo dalla metà degli anni 90 con l'Ep d'esordio "Paturnie" del '96. Ha pubblicato ad oggi, con questo "Mezza Luna Piena" ben cinque album. Suona frequentemente in giro per l'Europa e ha fatto un tour negli Stati Uniti. Ed è un emerito sconosciuto in Italia. La sua Italia, la sua Torino, città grigia e dolente non sempre capace di tributare a dovere i suoi cantori.

Gli umori della musica di Brusaschetto sono cupi, scuri e spesso ossessivi ma non privi di squarci di (a suo modo) luminoso intimismo. Un calore, quello che talvolta traspare dalla musica, che non manca di venire inesorabilmente travolto da cascate torrenziali di drum machine sferraglianti in libera uscita e da un chitarrismo urticante, abbastanza inedito in un contesto cantautorale. E se il supporter, amico e produttore Bruno Dorella attesta nascoste influenze metal (ma neanche troppo, ascoltate "Criptico" per credere) nella musica di Brusaschetto, assai più scoperte appaiono le similitudini con cantautori del malessere analitico quali Giovanni Lindo Ferretti e Franco Battiato, gente che ha insegnato alla gran parte dei migliori autori del rock underground italiano (e il secondo ha, a sua volta, avuto una notevole influenza sul primo).

Di una certa rilevanza è l'assoluta riluttanza ad abbandonare la forma canzone che in contesti necessariamente non commerciali come questo è tutto fuorché una scelta di comodo. Anche i brani strumentali, e ce ne sono diversi, hanno sempre una struttura molto definita ma non al punto di essere prevedibili, caratteristica questa che vale per tutte le canzoni del disco, che si muovono tra atmosfere cangianti capaci di passare in pochi attimi dalla lievità contemplativa di una chitarra acustica ("Bandieralvento"), a fredde scansioni glitch ("In limitato contorno") fino alla roboante fisicità delle ripetute cavalcate industriali, cifra stilistica dell'autore.

Le parole sono urticanti e scandite con difficoltà e tormento, lontane tanto dalla melodiosità austera di Battiato che dalla logorroica nevrastenia del primo Ferretti. E difatti il lavoro di Brusaschetto ricorda più gli ultimi Cccp, prima del passaggio tradizionalista ai Csi, quando il gruppo emiliano si apriva all'elettronica e a una forma ancora molto fredda di musica pop, con rimandi etnici che in Brusaschetto sono però assenti (a parte forse in "Ultima Thule", che parte dolcemente atmosferica per poi sfociare in un movimento centrale più vicino ai Ministry che non alla Third Ear Band, e l'intro di "Ego mangiato crudo").

La Torino che ci appare sullo sfondo è vicina a quella psicotica dei My Cat Is An Alien e dei dimenticati Soul Chette Winde, ma qui la dimensione è comunque più privata ed esistenziale, pur non lasciando spazio alla facile retorica del "Io, tu, un pianoforte, il fuoco acceso e tutto il mondo la fuori". Da segnalare assolutamente è poi "Vita sulla terra", che si barcamena per tutta la sua durata su un riff di chitarra (bellissimo) rubato ai Weezer di "Undone (The Sweater Song)" e riadattato al clima claustrofobico, ma a suo modo lunare, dell'album.

In definitiva, un disco che merita di uscire dall'anonimato, e che non apparirà troppo inflazionato definire "assolutamente esportabile", anche perché i fatti e l'apprezzamento estero dell'autore lo dimostrano ancor prima della musica, che è moderna ma tende come poche altre, e soprattutto con le parole, a uscire dal tempo. Strano che dietro le quinte troppo spesso finisca chi potrebbe vivere la propria esperienza artistica sotto il sole, sulla terra.

Tracklist

1. Ombre spalmate sui bordi dei pensieri
2. Dicètecelo
3. Vita sulla terra
4. Nuovi operai
5. Ciao mondo
6. In limitato contorno [Cheap Philosophy]
7. Ciao bellissima
8. Bandieralvento
9. Ultima Thule [Kali je t'aime]
10. Criptico
11. Ego mangiato crudo 1
12. Stupido ma sincero
13. Stella stellina

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