C'è una terra dove lo spazio si dilata sino a riempire l'orizzonte.
C'è una terra dove il domani affonda le sue radici in una dimensione fuori dal tempo.
C'è una terra dove il battito del cuore sa di disillusione e di speranza come il cadere della pioggia.
Quella terra è l'America dei Franklin Delano. Un'America immaginata in sogno, eppure fatta di una carne e di un sangue implacabilmente reali: un luogo dell'anima privo di confini tangibili, ma concreto come l'ampiezza dei desideri di cui è intessuto.
Il fatto che i Franklin Delano vengano da Bologna piuttosto che da Chicago non è altro che un dettaglio geografico: il punto di fuga che la loro musica porta dentro di sé trascende i vincoli delle distanze.
Non c'è da stupirsi, allora, che il loro nuovo lavoro, "Like A Smoking Gun In Front Of Me", registrato presso i bolognesi Homesleep Studios, sia stato mixato proprio tra i grattacieli della città del vento, la patria americana del post-rock.
Un disco che sorprende sin dalle prime note per la sua ricchezza di sfumature e di dettagli rispetto al suono più teso e asciutto del predecessore, "All My Senses Are Senseless Today", anche grazie al contributo di gente del calibro di Tim Rutili, Jim Becker e Ben Massarella dei Califone. Ma non si tratta di una semplice imitazione di modelli d'oltreoceano, come siamo sin troppo abituati a vedere nella provincia dell'impero: quella percorsa dalle trame oblique di "Like A Smoking Gun In Front Of Me" è la strada notturna e sanguinante di un'America che appartiene soltanto ai Franklin Delano.
E' la fine del 2002 quando, dopo un periodo di lontananza dalla musica, le ballate che il cantante e chitarrista Paolo Iocca portava dentro di sé incontrano sulla loro via Marcella Riccardi, già tra le fila dei Massimo Volume. A loro si aggiungono lungo il cammino la batterista Vittoria Burattini, anch'essa reduce dall'esperienza nei Massimo Volume, ed il bassista Stefano Pilia.
Oggi, con questo loro secondo album, i Franklin Delano sembrano davvero essere riusciti a raggiungere quel suono di cui sin dall'esordio erano in cerca, fatto di chitarre frastagliate, di ritmi che divengono da letargici a taglienti e di riverberi densi di oscurità, su cui aleggia un'elettricità statica che sembra preludere allo scatenarsi di una tempesta.
L'avvio ombroso di "Call It A Day" è come l'incedere di una goccia che scava nella pietra di un cuore indurito dal pianto, mentre lo sguardo fissa immobile il volgere del giorno. Le voci di Paolo Iocca e di Marcella Riccardi si intrecciano in un abbraccio onirico dal calore avvolgente, fatto dell'impalpabile stoffa delle litanie dei Low. Come uno scroscio di pioggia, una scarica chitarristica giunge alla fine a raccogliere la tensione, per rimanere sospesa in un'infinita e vibrante distorsione che sembra venire dalla coda di "Less Than You Think" degli ultimi Wilco.
Ed ecco entrare in scena una chitarra acustica, con un tono nostalgico che si sottrae alla tentazione della melodia, come a voler difendere la propria verità: "Please Remember Me" è morbida e amara come la stretta di un addio, e allo stesso modo diviene ispida e pungente.
Di nuovo una spirale di elettricità fatta di fremiti digitali sembra volersi condensare nell'aria, fino a lasciar sbocciare sul tappeto delle proprie ceneri pulsanti lo stelo di un arpeggio incantato, lento come il palpito che accompagna il crooning nasale di Iocca: è "Sounds Like Rain", ed è uno dei motivi per cui "Like A Smoking Gun In Front Of Me" è un disco da cui lasciarsi cullare e sferzare senza opporre resistenza.
C'è un senso di paralisi che sembra imprigionare ogni cosa attraverso il riflesso di un vetro; c'è un rimpianto silenzioso che scava nel solco di ferite mai rimarginate; c'è una rabbia soffocata che pare sempre sul punto di esplodere.
C'è l'amore per la terra dei Lullaby For The Working Class e l'estasi al rallentatore dei Red House Painters; c'è la circolarità ipnotica di Jim O'Rourke e il richiamo all'oltre dei Califone e dei Codeine: il folk dei Franklin Delano è uno spirito che si libra sul caos, senza timore di bagnarsi nelle acque lisergiche di una scura psichedelia.
Ma è quando il gruppo bolognese non esita a lasciar scivolare la propria musica tra le braccia di un'inquieta forma-canzone che i Franklin Delano rivelano tutto il fascino della loro alchimia, affrancandosi dai fantasmi "post" che abitano ai confini dei Giardini di Mirò.
Dallo scorrere torbido di "Matter Of Time" alle lame lancinanti e ai rarefatti silenzi di "Your Perfect Skin Line" (già presente su "All My Senses Are Senseless Today" e oggi riproposta in una nuova versione densa di pathos), passando attraverso le ossessioni ribollenti di "All Your Body Broken Dreams" e gli echi di galassie aliene di "Travel In Space", il viaggio di "Like A Smoking Gun In Front Of Me" attraversa spazi sconfinati sotto il cielo cupo di una notte in cui le stelle hanno un chiarore remoto che trafigge l'animo.
"There's still much to drive / There's still a billion miles to bite (...) / There's still a whole long night aside". Il sussurro di Iocca in "Me And My Dreams" sfiora un violino profumato dell'ultimo sole della campagna. La strada che si apre davanti agli occhi sembra perdersi in una misteriosa, lynchiana lontananza. Ma il suo percorso è carico di promessa.
09/09/2013