A distanza di sei mesi dall'uscita di "Mezmerize" i System Of A Down completano il loro discusso progetto pubblicando il gemello "Hypnotize".
Nato dalle stesse sessioni del precedente, quest'ultimo lavoro si trascina dietro svariate polemiche giunte da ogni parte, che accusavano i rocker armeni di aver nascosto dietro teorie non ben spiegate quella che in realtà era una furba operazione commerciale.
Tralasciando però l'aspetto di marketing e tornando alla forma puramente musicale, "Hypnotize" si presenta per molti versi simile al suo predecessore, breve durata (nell'ordine della trentina di minuti), costituito di pezzi in puro stile SOAD e da altri in cui il gruppo di Tankian e Malakian cerca di percorrere vie diverse e più originali, con una generale inclinazione verso un approccio più melodico.
Nel complesso questo secondo lavoro sembra già al primo ascolto più debole rispetto a "Mezmerize", meno organico e troppo dispersivo, con almeno un paio di canzoni che paiono dei riempitivi e con i System che più volte paiono perdere il controllo.
Presi dalla foga di cambiare continuamente ritmo e stile, Malakian e compagni tendono a esagerare, producendo canzoni che smarriscono la scorrevolezza e l'uniformità che possedevano pezzi come "Radio/Video".
I singoli di uscita, ad esempio, dicono già molto: mentre "B.Y.O.B." era un pezzo che possedeva una buona carica e i cui inserti pop erano ben amalgamati all'interno della struttura metal, "Hypnotize" invece pare solamente un'innocua ballata rock in cui Malakian fa sfoggio della sua voce, meglio spesa però nelle tracce di "Mezmerize".
Le iniziali "Attack" e "Dreaming" sono abbastanza legate al suono tipico della band: imperniate sul furioso drumming di Dolmayan e sulla voce di Tankian, scorrono piacevoli nonostante la seconda si perda un po' nel finale.
"King Of Rock'n'Roll" è una di quelle tracce che potrebbe benissimo definirsi "riempitivo", "Stealing Society" e "U-Fig", nonostante alcune parti interessanti, sono canzoni comunque troppo confuse e sconnesse che, anche dopo svariati ascolti, non lasciano traccia nell'ascoltatore, mentre "Tentative" e "Holy Mountain" sono buone prove di cavalcate metal-progressive, che però non possiedono la forza e la bellezza essenziale che aveva "Question!" nell'album precedente.
Seguono due tracce in cui Malakian e soci sembrano voler dar fondo a tutto il possibile per stupire gli ascoltatori, "Vicinity Of Obscenity" con il suo intervallare metal violento, ritmi quasi etnici e ritornelli pop, e "She's Like Heroin" che, anche grazie al suo testo straniante, risulta un divertissment à-la Jello Biafra.
Nel concludere il disco, i System Of A Down si lasciano prendere la mano definitivamente da un suono più melodico e sfornano due ballad, "Lonely Day", più malinconica e lieve, e "Soldier Side", continuum dell'intro presente su "Mezmerize", più cupa e disperata.
Anche dopo un'attenta analisi, il disco risulta essere sicuramente meno riuscito del suo "gemello", contiene alcune tracce buone ma si ha l'impressione netta che le indiscusse potenzialità del gruppo di Malakian e Tankian qui siano sprecate in un eccesso di idee assemblate male, con tanta voglia di cambiare (e stupire), ma senza possedere una vera ispirazione.
Non si può proprio fare a meno di pensare al costo, al minutaggio e alla qualità di questo "Hypnotize", pensare poi a tutte le polemiche che hanno seguito l'iter di questo progetto e convincersi che, effettuando un'accurata cernita, il gruppo avrebbe potuto scartare molte delle canzoni di questo disco per dare alla luce un unico album insieme a quelle di "Mezmerize" e che almeno una tiratina d'orecchi ai nostri amici armeni ci starebbe proprio bene.
05/09/2021