Weezer

Make Believe

2005 (Geffen)
pop

In Italia gli Weezer sono semplicemente ricordati come "quelli di 'Buddy Holly'".
Oltreoceano sono adorati da critica e pubblico, tant'è che i lori primi due album sono (giustamente) considerati tra i lavori pop più interessanti degli anni Novanta.
Il loro nuovo album, "Make Believe", è esattamente quello che ci si aspetta dalla band di Rivers Cuomo: ovvero un allegro power-pop, con accenni di punk. La medesima formula che il gruppo ci propone da più di dieci anni.
Eppure "Make Believe" funziona.

Che cos'è che ci spinge ad approvare quest'album, e a stroncare, per esempio, l'ultimo degli Oasis?
Beh, la risposta è la coerenza. Ma anche, e soprattutto, la sincerità.
"Preppy girls never looked at me/ why should they?/ I ain't nobody" canta Cuomo nel primo, divertente singolo "Beverly Hills". E non c'è alcun dubbio che il leader del gruppo creda davvero in quello che scrive.
Autentico nerd, Cuomo (come i suoi compagni di squadra) non ha mai avuto la stoffa della rockstar, tant'è che il successo inaspettato del primo album degli Weezer rischiò di portarlo all'esaurimento.
Il risultato fu "Pinkerton", il lavoro più sofferto del gruppo, intriso di una profonda disperazione (tanto quanto lo era "In Utero" dei Nirvana) e pervaso da una feroce ironia, si rivelò infatti un clamoroso insuccesso commerciale.
Di acqua sotto i ponti ne è passata, gli Weezer hanno realizzato altri due album (almeno in superficie più "leggeri"), ma sono ancora qui a raccontarci di amori andati male, di sfigati non considerati dalle ragazze, di solitudine e amicizie infrante. Con un pizzico di speranza in più rispetto al passato, però.

Dopo l'apripista "Beverly Hills", una delle cose più orecchiabili mai scritte da Cuomo, è il turno di "Perfect Situation", la traccia migliore del disco: un perfetto brano pop-rock in cui il frontman si mette completamente a nudo ("All I have to do is swing/ and I'm a hero/ But I'm a zero") per poi abbandonarsi a un lungo, bellissimo, assolo di chitarra (che porta con la mente ai Dinosaur Jr. di J Macis), e a un ritornello semplice quanto accattivante.
Stesso discorso per "Peace", altra perla dell'album, una ballata tanto semplice quanto toccante.
"This Is Such A Pity" sembra sbucata da una discoteca degli anni Ottanta, con quei sintetizzatori in bella mostra, mentre "We Are All On Drugs", trascinante satira nei confronti di quei figli di papà che si credono i padroni del mondo a bordo della loro Mercedes, è l'ennesimo inno punk-rock.
"My Best Friend", lode all'amicizia, è un bizzarro mix tra il punk e il suono della Motown, e "The Other Way", storia di un timido innamorato, pesca a piene mani dal rock 'n roll di Buddy Holly (ma guarda un po'!).

Qualche passo falso c'è eccome: "Hold Me" è una soporifera cantilena, in cui Cuomo al suo peggio implora il suo amore di stringerlo forte a sé.
"Freak Me Out" possiede interessanti soluzioni sonore (il background col pianoforte), ma è altrettanto noiosa (così come la conclusiva "Haunt You Every Day").
Il cambio della produzione, qui affidata a Rick Rubin, è quasi impercettibile, ma è possibile notarlo in una maggiore pulizia dei suoni e in un progressivo allontanamento dai ritmi punk che caratterizzavano i due precedenti album.

Insomma, gli anni passano, ma gli Weezer sembrano non avvertire lo scorrere del tempo: sono rimasti gli stessi ragazzini di un tempo.
Spetta a voi giudicare se questo sia un bene o un male, ciò non toglie che "Make Believe" sia uno dei migliori album pop sentiti quest'anno.

Tracklist

  1. Beverly Hills
  2. Perfect Situation
  3. This Is Such A Pity
  4. Hold Me
  5. Peace
  6. We Are All On Drugs
  7. The Damage In Your Heart
  8. Pardon Me
  9. My Best Friend
  10. The Other Way
  11. Freak Me Out
  12. Haunt You Every Day

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