Gli Scissors For Lefty, di San Francisco, debuttano nel 2005 con un album di media lunghezza, "Bruno" (autoproduzione, 2005), a cui fanno seguire un Ep omonimo (Pepper Street, 2006). La band, tuttora formata da due coppie di fratelli, quali i Krimmel (James, basso e batteria, e Peter, chitarra e tastiera) e i Garza (Bryan, voce e chitarra, e Robby, chitarra e basso), grazie al debutto in società di "Underhanded Romance" per mamma Rough Trade (di qui a poco anche in distribuzione europea), è così divenuta il primo possibile candidato di next big thing per il 2007. La musica contenuta nell’album riesce a non stingere, pur portandosi dietro quintali d’antiquati clichè (che il revival di questi anni sta ultimamente ancor più accentuando, se possibile).
Attacca un giro di piano e basso inquieti, poi affiancati da chitarra e batteria con fare da Jon Richman via Violent Femmes (via Pulp) e da voce straniata in falsetto soul, e si prosegue con up-tempo r’n’b a base di chitarre e piano elettrico ("Next To Argyle") con cambi di tempo, pause e stop-and-go alla Bangles. "Marsha" rubacchia il giro armonico di "A Miracle" degli Hidden Cameras ("The Smell Of Our Own"; Rough Trade, 2003), ma riesce a farsi ricordare adornando il tutto con tastiere da complessino da spiaggia, chitarre surf e concatenazioni trascinanti. "Wandering Arms" è novelty-pop su fraseggio distinto di chitarra e crooning emotivo (e chorus disincantato), e la seguente "Save It Cory" è densa atmosfera Built To Spill puntellata da elettronica, tastiere rutilanti e chitarre cangianti.
La voce, altro punto a favore del loro rock di superficie, in "X's Are Forever" si fa canto strozzato alla Neil Diamond (e vaghi accenni a Chris Isaak), mentre incalzano sovratoni alla Arcade Fire e un organetto barocco, in "Bring Us A Brick" si fa melodia sospirata e in "Mama Your Boys Will Find A Home" (quasi una presa per i fondelli dei Blur più tecnologici e del revival del punk-funk) diviene rap-urban che annovera Prince e la Motown.
I gorgheggi, i coretti e le vocine sceme, i timbri elettronici tra il soffice e l’impertinente, le chitarre gommose: album d’altri tempi, un’alternativa (che con una distribuzione appena più mainstream farebbe terra bruciata) all’evoluzione storica del power pop, dai Badfinger in avanti, o del madchester, o dei tardi Violent Femmes (a preferenza). Non sono i primi a mettere insieme disimpegno e melodismo classicamente obliquo, ma nessuno l’aveva fatto con tanta sistematica libertà d’azione. Qualche non indifferente caduta di tono nelle battute iniziali e finali. Rodati live come spalla ai Fiery Furnaces.
(11/01/2007)