A due anni di distanza dallo splendido secondo album, "As You're Vanishing In Silence", che faceva seguito all'altrettanto significativo esordio "In A Sea, In A Lake Or In A Teardrop, gli udinesi All My Faith Lost danno alle stampe la loro opera terza, "The Hours", edita da due delle più prestigiose etichette dark del mondo, la svedese Cold Meat Industry per il mercato europeo, e la Projekt di Sam Rosenthal per quello d'oltreoceano.
Ancora una volta, il duo, formato da Viola e Federico riesce ad allestire atmosfere cupe e gotiche, emozionanti e dense di pathos, senza mai cadere nella trappola del copia-incolla, sebbene non manchino riferimenti a band-cardine della scena gotica degli ultimi anni, come (soprattutto) i Black Tape For A Blue Girl.
Nelle undici tracce che compongono il disco, si respira un'aria rarefatta, dai contorni gotici, delimitati da un approccio essenzialmente acustico. Se c'è un rischio nel quale il duo rischia di trovarsi coinvolto, è quello dell'autoreferenzialità, dello specchiarsi sempre e solo nei soliti canoni. Perché, a ben guardare, una vera e propria evoluzione, o quantomeno cambiamento, nel corso dei suoi tre lavori non c'è stato. Quel che connota il disco, tuttavia, è la sua capacità di trasportare l'ascoltatore in un'altra dimensione. Avvolgendolo nella bellezza mozzafiato di partiture semiacustiche dipinte da un pianoforte, un flauto e molti sample.
Ancora una volta, il duo, formato da Viola e Federico riesce ad allestire atmosfere cupe e gotiche, emozionanti e dense di pathos, senza mai cadere nella trappola del copia-incolla, sebbene non manchino riferimenti a band-cardine della scena gotica degli ultimi anni, come (soprattutto) i Black Tape For A Blue Girl.
Nelle undici tracce che compongono il disco, si respira un'aria rarefatta, dai contorni gotici, delimitati da un approccio essenzialmente acustico. Se c'è un rischio nel quale il duo rischia di trovarsi coinvolto, è quello dell'autoreferenzialità, dello specchiarsi sempre e solo nei soliti canoni. Perché, a ben guardare, una vera e propria evoluzione, o quantomeno cambiamento, nel corso dei suoi tre lavori non c'è stato. Quel che connota il disco, tuttavia, è la sua capacità di trasportare l'ascoltatore in un'altra dimensione. Avvolgendolo nella bellezza mozzafiato di partiture semiacustiche dipinte da un pianoforte, un flauto e molti sample.
Quella degli All My Faith Lost, come si diceva, è musica che dell'approccio acustico fa la sua arma fondamentale, sfoderando climax a colpi di violino ("Notti Bianche") di impatto devastante. Lo spleen decadente e malinconico di "The Waves" dipinge lande solitarie. E' un mondo completamente isolato, quello dipinto dal due friulano, un mondo lontano e fredddo, dove rivivono ere lontane, autunni malinconici e cattedrali abbandonate. E se "Ocean Sea" tratteggia un paesaggio lunare in odor di Dirty Three, "House Of Incest", col suo incedere in bilico fra essenza acustica e tastiere shoegaze, apre le porte all'austero minimalismo di "Absence", traccia dall'antico sapore medievale.
Gli All My Faith Lost si dimostrano alfieri del genere in Italia e anche all'estero. "The Hours" non aggiunge motivi di particolare novità alle uscite gotiche degli ultimi anni, ma conferma il talento di una band sempre abile nel confezionare ballate gelide d'intensa bellezza.
Gli All My Faith Lost si dimostrano alfieri del genere in Italia e anche all'estero. "The Hours" non aggiunge motivi di particolare novità alle uscite gotiche degli ultimi anni, ma conferma il talento di una band sempre abile nel confezionare ballate gelide d'intensa bellezza.
(22/10/2007)