Dalek

Abandoned Language

2007 (Ipecac)
avant hip-hop

L’apocalisse hip-hop svanisce, “Absence" è dietro l’angolo ma lontano, il wall of sound rumorista si stempera, la paranoia s’insinua sotto pelle, lavora subdola, parla un “linguaggio abbandonato”. E’ il linguaggio della ribellione contro lo schifo, perché lì fuori le cose vanno sempre peggio, inutile decantare il superfluo. “Never write my songs for consumers”: meglio chiarirlo subito, gridandolo sommessamente. Beats & rhymes in un connubio ancora decisivo ed esuberante. L’esuberanza del giusto, in quest’abbraccio che, ancora, vuole soffocarci, ma per ridestarci, finalmente vivi. Fascino e comunicatività. Rime che si fondono/confondono col lento, inesorabile trapassare del beat.

E’ un trip morbido, covante, ma non fa prigionieri. E vola in parapendio mentre svanisce - il luccichio superbo del sole sul viso (la title track). Produzione ridotta all’essenziale, pulsare rapito sotto un cielo di nubi fosche (“Bricks Crumble”), svolgimento agile, anfetaminico e dark-ish, quasi spettrale per il modo in cui, sublimando, rende imprendibile un Eumir Deodato campionato (“Paragraphs Relentless”). Dinamiche che da mentali mutano in fisiche. O viceversa.
Il battito rapisce il corpo, la mente solleticando; ed incide un solco radioso sul ciglio del cuore. Distese, quindi. Distese a perdita d’occhio. Distese di un’ambigua pacificazione (“Stagnant Waters”). L’epica del quotidiano resistere. Nitida e vibrante dietro muraglie di violini che circoscrivono zone d’ombra, avamposti solitari (“Isolated Stare”). Oppure, nel ciondolare narcotico di una “Tarnished” che è indolenza dub, planare sciamanico, dormiveglia estatico in proiezione.

Scomparsi i bordoni noise-industriali, restano gli archi. Archi che caracollano sintetici, s’arrampicano, corrodono. Oppure, fiati che pescano nel calderone r’n’b, sovvertendone aspirazioni e strutture (“Corrupt (Knuckle Up)”). Sul versante più avanguardistico, i colpi più malefici, le ferite più profonde: “Content To Play Villain”, disorientamento dissonante, out-acid-jazz, Cabaret Voltaire e Nurse With Wound. Prossimo all’astrazione cLOUDDEAD. Niente più spasmi violenti. Solo un mantra. Ipnotico. “Eraserhead” nella testa, fino a perderci tra archi in caduta libera e sfrigolii atonali, in un miasma Xenakis-iano di riverberi indecisi tra l’infernale e il celestiale (“Lynch”).

L’apocalisse hip-hop svanisce, il “linguaggio abbandonato” scivola via, ma nel dirci addio, un'ascesa al cielo, come è giusto che sia (“(Subversive Script)”).

26/02/2007

Tracklist

1. Abandoned Language
2. Bricks Crumble
3. Paragraphs Relentless
4. Content To Play Villain
5. Lynch
6. Stagnant Waters
7. Starved For Truth
8. Isolated Stare
9. Corrupt (Knuckle Up)
10. Tarnished 11. (Subversive Script)