For Against è il nome di un gruppo storico ma misconosciuto della scena post-punk statunitense degli anni 80. All’inizio semplici emuli dei maestri britannici (Echo & The Bunnymen, The Sound, Lotus Eaters), ma pure valenti seguaci del verbo college rock deragliante di Rem e Replacements, i tre del Nebraska (Jeffrey Runnings, Harry Dingman, Greg Hill) propongono in ogni caso una versione personale di quel sound su "Echelons" e "December", i loro primi due album (rispettivamente 1987 e 1989), tanto impassibile quanto sottilmente nevrotica, tanto ritmata quanto posata e fluida.
Con la ristampa estesa di "In The Marshes", l’Ep del 1990, la Words On Music prosegue - e termina - la sua opera di riscoperta-restauro della prima stagione del trio. Sei i brani originali: "Tibet" (battito Kraftwerk-iano, veli ambientali di synth e chitarra, cori effettati alla Queen), "Amnesia" (la più vicina ai Joy Division di "Closer", ma stemperata da una vena quasi cantautoriale nella linea vocale e da un crescendo di produzione), "The Purgatory Salesman" (un incrocio di Visage e Simple Minds, pregno di melodia volatile infiorettata da feedback e drum machine tribale), "Amen Yves" (di nuovo Joy Division light, con puntelli nostalgici di chitarra), "Fate" (la più contagiosa, impostata da un refrain jingle-jangle di chitarra e da un’atmosfera placidamente inquieta) e "In The Marshes" (outtake di "December").
E’ un’opera fuori tempo massimo, tanto all’epoca (che faceva naufragare gli sperimentatori più audaci, e che cercava, con gli stessi Rem, di portarsi dalle parti più prossime al mainstream), quanto persino al giorno d’oggi, l’era delle riscoperte maniacali e dei ritorni improbabili. Il contenuto ne contraddice in parte l’assetto filologico vetusto e ne giustifica parzialmente lo sforzo sotteso, con composizioni gradevoli di contorno e sottofondo, suoni compatti e ricompattati, una rimasterizzazione (e un packaging) di rilievo. Le tracce bonus in allegato, come nella stragrande maggioranza dei casi, aggiungono un nonnulla.
13/01/2008