Molto spesso, quando le uscite discografiche di un’artista iniziano a proliferare senza controllo, l’ispirazione ne risente e le cose si fanno progressivamente meno interessanti. A due anni dal ritorno sulle scene col moniker Jesu, Justin K. Broadrick stenta, così, a riprendere le fila del discorso industrial-ambient-doom dell’omonimo esordio che, col senno di poi, resta ancora la migliore esposizione delle nuove idee.
Con “Sun Down/Sun Rise” (pubblicato come vinile 12”, poi ristampato in cd come bonus disc per l’edizione giapponese di “Conqueror”), sono ormai cinque (Ep compresi) i dischi a nome Jesu. Incrociando le dilatazioni di “Silver” con la tensione melodica di “Conqueror”, questo nuovo parto del musicista inglese vive di alterne fortune, cullandosi nella solita, grigia malinconia e vaneggiando un ambient-drone non dimentico dei trascorsi heavy del Nostro.
L’innesto di texture elettroniche conferisce all’operazione il valore di un esperimento, ponendosi, dunque, come un avamposto per nuove future (e, ci auguriamo, più interessanti) elucubrazioni shoegaze-metalliche, qui ancora sugli scudi nella prima, epica parte di “Sun Down”, risolta, successivamente, in un universo di evanescenze droniche e di pulviscoli glitchy. Un continuo rimescolarsi di prospettive, dunque, che dicono di un musicista indomito, incapace, magari, di dosare le forze e di risparmiare la creatività, ma sempre pronto a tentare, anche senza molta convinzione e senza le dovute precauzioni, nuove strade, nuovi percorsi sonori.
Da questo punto di vista, apprezzabile la scelta di ritornare continuamente sul luogo del delitto, un po’ meno quella di giocare di rimessa in molti momenti, lavorando col freno a mano tirato e dando, anzi, quasi la sensazione di essere intimamente convinto di non essere (più?) all’altezza della situazione. Ecco, allora, che la stanca e poco incisiva “Sun Rise”, aperta in stile Earth (quelli del recentissimo corso desert-psichedelico) e poi lasciata andare alla deriva in maniera speculare alla prima facciata, ci lascia indifferenti, convinti, ormai, che sia giunto per Justin il momento di prendersi davvero una pausa di riflessione.
31/05/2007