Inutile negarlo: il folk resta una musica per pochi, anche se sempre più spesso alcuni artisti ne allargano i confini coinvolgendo un pubblico più eterogeneo; negli ultimi due anni nomi come Espers, Joanna Newsom e Tunng hanno conquistato gli onori del pubblico e della critica permettendo a un rigoglioso sottobosco di artisti di mostrarsi alla luce e regalandoci album d'elevato spessore artistico.
Lisa Knapp, Memory Band, Rachel Unthank, Sharron Kraus, Accidental sono solo alcuni dei protagonisti che hanno tracciato con i loro eccellenti album un affascinante percorso di nuovo folk, piccoli capolavori ai quali si aggiunge ora il primo album di Mary Hampton.
La fragile ma intensa apertura di "Because You're Young" non mostra segni di distinzione rispetto alla pletora di nuove folk-singer del secondo millennio. Ma nel resto della tracklist "My Mother's Children" si dimostra un album dalle infinite sfaccettature, con episodi complessi che lambiscono la musica d'avanguardia, con inserimenti di musica concreta, come nella stupenda "The Bell They Give You", dove la voce di Mary Hampton vibra su toni meno aspri e libera frammenti emotivi che non possono che rimandare a Nico: la minimale partitura pianistica cerca un'unione mistica e improbabile con l'impetuoso double bass suonato da Alice Eldridge, eccellente polistrumentista che contribuisce in modo rilevante alla stesura degli arrangiamenti.
Anche altrove i canoni del folk vengono sovvertiti: "Honey" è un delizioso jazz-folk per double bass e violino dall'alta tensione sonora, ricca di eccentriche vibrazioni che sottolineano l'amarezza del testo: è l'ennesima metafora nel linguaggio poetico di Mary Hampton, che esibisce un tono vocale più disperato per ricordarci che nell'assaporare il dolce del miele è facile che si possa inghiottire anche l'ape.
Madrigali e musica da camera per "Concerning A Frozen Sparrow", un amaro poema dove un cacciatore spaccia il proprio delitto per poesia, ma la voce spezzata ci rammenta la fragilità della preda, sottolineando che il dolore che l'avvolge non è arte.
L'intensa performance di Mary Hampton impreziosisce "Pygmalion": su delicati e preziosi accordi di chitarra si decanta l'amore, è quasi un fuori canto sorretto da un'emotività intensa, carnale, il "my love, my love" è un sussurro che sembra un grido.
Le due ballate più classicamente folk mostrano comunque peculiarità rimarchevoli: "Islands" affida al fiddle e ai rumori il compito di spezzare l'apparente normalità del brano, mentre "Free Grace" è arricchita da un singolare finger-picking che fa da contrappunto alla performance vocale più delicata, che mette a nudo tutta la fragilità e la solitudine della protagonista.
Solo voci, battiti di mano e un peregrino fischiettare sostengono la lunga e fascinosa "Ballad Of The Talking Dog", che si sviluppa su un'unica linea melodica con varianti impercettibili che accompagnano il brano attraverso decenni di cultura folk vocale inglese e americana; il vociare è invece protagonista di "Meanwhile", breve intermezzo di musica classica (l'autrice è appassionata di Bach) che introduce la già citata "The Bell They Give You", vertice indiscusso dell'album.
La chiusura è affidata a uno degli episodi più completi e suggestivi: ogni piccolo particolare di "Exeunt" incanta, dalla breve intro di piano e mosca ai luccicanti arpeggi di chitarra fino alla concisa e magica presenza corale che precede il languido finale; ma c'è tempo ancora per un'emozione vintage nella ghost-track "Encore For Florence", una ballad piano e voce rubata a un vecchio grammofono che restituisce suoni e rumori del passato.
"My Mother's Children" è unico e prezioso esempio di tradizione che si rinnova e osa contaminarsi con linguaggi avantgarde, un album che con suoni acustici ed elementari descrive un intenso, oscuro, potente insieme di emozioni fragili e disperate, riconsegnandole piene di sensualità, ironia e incanto.
P.S. Di Mary Hampton sono altresì disponibili due Ep, intitolati "Book1" e "Book2", oltre a una fantastica "Eros", inserita in una compilation della Drift.
02/10/2008