No-Man

Schoolyard Ghosts

2008 (KScope)
dream-pop, post-rock

I No-Man sono un duo composto da Tim Bowness, già collaboratore con Alice e Nosound, e Steven Wilson, leader dei Porcupine Tree. La formazione, attiva già dal 1987, ha pubblicato cinque album e, a cinque anni dal precedente "Together We're Stranger", dà ora alle stampe la nuova fatica, per la KScope. Ma cosa mai potrà nascere da un progetto tanto sotterraneo e misconosciuto quanto "di peso"? La risposta è "Schoolyard Ghosts", misteriosi "fantasmi del cortile" che testimoniano bene lo spirito introspettivo ed esistenzialista del disco.
Scorrendo la lista dei collaboratori, si comprende come i due abbiano voluto fare le cose in grande: Bruce Kaphan (American Music Club, Red House Painters), i batteristi Pat Mastelotto (King Crimson) e Gavin Harrison (Porcupine Tree, King Crimson), il sassofonista e flautista Theo Travis, la London Session Orchestra diretta da Dave Stewart (Hatfield And The North, Egg). Nomi di rilievo che forniranno un contributo essenziale alle sonorità di "Schoolyard Ghosts".

L'avvio è d'una bellezza accecante: i bagliori di "All Sweet Things" illuminano la notte di una luce tenue e tiepida. Nei suoi quasi sette minuti, l'ouverture spazia da una memorabile melodia, che pare uscita da lied ottocenteschi, a un pop barocco degno del miglior Bacharach; soffice e calda, la voce di Bowness si innesta perfettamente su un climax pianistico ben sorretto da chitarre elettriche e acustiche, basso, tastiere e glockenspiel; al moto costante e perpetuo del pianoforte, si sposano tepori electro-noise che, sulla falsariga della "Karma Police" dei Radiohead, paiono soffocare la melodia.
Desertica e vagamente morriconiana, nel suo svelarsi tanto arida quanto melanconica, è la successiva "Beautiful Songs You Should Know": sull'asse portante di chitarre vagamente neofolk, si vanno ad aggiungere tastiere eteree e un violoncello dalle suggestioni medievali.

Ogni traccia è un mondo a parte. Bastino i primi sessanta secondi dell'apocalittica "Pigeon Drummer" per comprendere come il cambio di rotta sia netto e inaspettato. Le reminiscenze progressive di Wilson vengono al pettine in un brano complesso e multiforme: inizio tratteggiato da cori paradisiaci, improvvisamente interrotti da un flusso disordinato e rumoroso di percussioni e mellotron lanciati all'impazzata; un vuoto "nulla" che si dimena indemoniato prima di quietarsi lasciando spazio alle tastiere, in un'atmosfera tetra e dagli affanni gotici. La psichedelia di marca Porcupine Tree emerge invece, con toni fiabeschi e distesi, nella successiva "Truenorth": tredici minuti nei quali l'orchestra apre a visioni celestiali degne degli ultimi Cinematic Orchestra, yang t'chin, sassofono, harmonium e percussioni si alternano in un brano dai contorni cinematografici.

E se l'eterea "Wherever There Is Light" conduce nei sottoboschi più reconditi del dream-pop, i sei minuti di "Song Of The Surf" si sciolgono in un'altra melodia epica e trasognata. Dopo "Streaming", sicuramente la traccia meno riuscita del lotto, il lento fluire finale di "Mixtaped", unendo flauto, piano elettrico e organo, prefigura una sorta di mondo parallelo, nebbioso e indefinito, in bilico tra lo slowcore di matrice Red House Painters e la drone music meno lugubre.

Travalicando qualsiasi genere e confine, i No-Man sono riusciti a creare un sound evocativo e magico, in cui si amalgamano stilemi sonori disparati - dream-pop, slowcore, ambient, rock, progressive - per un album di indubbio fascino, che sarà ricordato tra le migliori uscite dell'anno in corso.

28/04/2008

Tracklist

  1. All Sweet Things
  2. Beautiful Songs You Should Know
  3. Pigeon Drummer
  4. Truenorth
  5. Wherever There is Light 
  6. Song of the Surf
  7. Streaming 
  8. Mixtaped

 

 

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