Polysics

We Ate The Machine

2008 (Okami)
alt-pop

Si spacciano come i più grandi fan dei Devo (non a caso vestono similmente: tutine arancioni da operai spaziali e occhiali da sole futuristici), si sono formati a Tokyo nel 1997 e hanno già una serie di dischi alle spalle. Dovendo definirli rapidamente, diremmo che sono a metà strada tra hard-rock schizoide, colonne sonore da cartone animato giapponese e (guarda caso) post-punk Dev(o)iato.
Questa sembrerebbe finalmente la loro opera più compatta.

La musica è tra le più "plastificate" sentite durante gli ultimi tempi; allineata con l’estetica nipponica del "non ha senso ma è divertente", è qualcosa che attrae senza volerlo, pop che se non sta in cielo, si limita perlomeno a viverci molto dignitosamente al di sotto.
Non è possibile rilassarsi un solo momento: "Moog Is Love" è un inno al vocoder con power chord che s’illuminano a intermittenza; "Rocket" parte sbriciolando armonizzatori elettronici per poi scempiarsi attraverso un vortice punk; "DNA Junction" introduce un ragtime spastico che congiunge un refrain per otaku al manicomio; "Kagayake" è cattiveria manga in salsa prog-metal.

La forza dei Polysics sta nel riuscire, con l’atteggiamento di chi non si prende troppo sul serio, a impacchettare un prodotto che sfrutta gli aspetti più immediati della civiltà dei consumi, dimostrando che qualsiasi cosa può diventare arte se trattata nella giusta maniera.
Fossimo ipoteticamente al termine di una pseudo-intervista marzulliana, chiederemmo loro di farsi una domanda e darsi conseguentemente una risposta, molto probabilmente concluderebbero con: "Are We Not Men? We Are Polysics!".

Uno degli album più divertenti di questo 2008.

11/12/2008

Tracklist

  1. Moog Is Love
  2. Pretty Good
  3. Rocket
  4. I Ate The Machine
  5. Dna Junction
  6. Kagayake
  7. Pony & Lion
  8. Arigato
  9. Irotokage
  10. Mind Your Head
  11. Digital Coffe
  12. Boys & Girls
  13. Blue Noise
  14. Dry Or Wet

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