Songdog - A Wretched Sinner's Song

2008 (One Little Indian)
folk-rock, songwriter, neo-classical
5.5

Trio gallese composto da Lyndon Morgans (voce e chitarra acustica), Karl Woodward (chitarre, violino, banjo, tastiere) e Dave Paterson (batteria e percussioni), Songdog è fondamentalmente un progetto cantautoriale che si basa sulle storie narrate dal solo Morgans e indi orchestrate a metà via tra folk decadente e piece da camera dal comprimario Woodward. "A Wretched Sinner's Song" segue "The Way Of The World" (2001), "Haiku" (2003) e "The Time Of Summer Lightning" (2005), e mette in fila una nuova sfilata di canzoni ombratili cantate con il piglio un po’ mesto e un po’ fiero varato da Bright Eyes.

Più precisamente, i riferimenti delle loro costruzioni liriche vanno dal secondo Cohen ("Ruben's Tattoo") al Drake di "Five Leaves Left" ("I Bought A Rose From The Guy At The Traffic Lights"), dall’epos dello Springsteen acustico ("Pilgrim Hill", anche pregna di soul alla Smokey Robinson e di Joni Mitchell) a certo Van Morrison ("The Devil Needs You For His Squeeze"), fino a sconfinare nei registri operistici di Antony ("Owls").

Gli arrangiamenti, spesso appartati per far spazio al canto verboso, si prodigano in ricami acustici con sovratoni di accordion stile francese ("A Prayer To Old Idols", quasi una rilettura acustica della "I Will Survive" di Gloria Gaynor), accenti di tromba e elettrica ("Crown Of Thorns", vagamente Waits-iana), scenografie di theremin e piano ("Like Kim Novak"). Verso la fine l’ascolto s’incaglia nella scrittura totalmente sacrificata in luogo della narrazione cantata, e nella stanca ripetizione di stilemi ascoltati tanto nell’opera in questione quanto in centinaia di opere precedenti ("Just Another Night In Limbo", a metà tra lo stomp blues e il Dylan d’annata, "Loser Heaven", "She Lets Me In By The Back Door", "Montparnasse", "Barbarella", una versione soporifera dei Creedence di "Have You Ever Seen The Rain", e la più appassionante "On Porthcawl Sands", sorta di piece stile "Blonde On Blonde" all’acqua di rose).

Imponente per proporzioni e impegno (due atti), cura, rifinitura di arrangiamenti e loro messa in piega, è sterile sul piano della varietà, al punto da lambire i tratti dello show personale del leader, o di un personale recital pseudo-crepuscolare. La partecipazione emotiva cui vorrebbero far spiccare il volo rimane più di là che di qua; le liriche sono traboccanti, vieppiù storie giustapposte molestamente a mo’ di mosaico, a dominare come despoti in luogo di una gradevole distribuzione delle parti: solo un minuscolo "Interlude", con banjo a mo’ di almanacco, rende un cenno di cristallina musicalità.
Banalmente, nessuna delle canzoni di Morgans si distingue nel mucchio, se non con un oneroso utilizzo della produzione live; più banalmente ancora, la sommatoria non si distingue dai dischi precedenti, anche se questo vorrebbe essere il loro album gotico.
Singolo di traino: "Pilgrim Hill", con relativo videoclip.

14/05/2008

Tracklist

  1. Ruben's Tattoo
  2. Crown Of Thorns
  3. Owls
  4. The Devil Needs You For His Squeeze
  5. Like Kim Novak
  6. A Prayer To Old Idols
  7. I Bought A Rose From The Guy At The Traffic Lights
  8. The Likes Of You And Me
  9. Interlude
  10. Pilgrim Hill
  11. A Wretched Sinner's Song
  12. She Lets Me In By The Back Door
  13. Loser Heaven
  14. Just Another Night In Limbo
  15. Barbarella
  16. Montparnasse
  17. On Porthcawl Sands
  18. The Time For Miracles Is Past

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