Brian Campeau

Mostly Winter Sometimes Spring

2009 (Impure Cabana)
avant-folk

Quattro anni sono passati dal mio primo incontro con la musica di Brian Campeau, il suo esordio “Two Faces” resta un misconosciuto capolavoro di elettronica e songwriting, una costruzione sonora stratificata e molto complessa che ha ancora il potere di stupire e stravolgere ad ogni ascolto.
Brian è non solo dotato di una voce straordinaria (ascoltate la sua pregevole versione di “Wuthering Heights”) ma anche di un inusuale lirismo, alcuni critici hanno riscontrato nella sua musica tracce di Radiohead, Nick Drake, Sigur Ros, Jeff Buckley, ma in verità il suo approccio alla melodia genera atmosfere alquanto originali e stranianti; pur viaggiando su toni familiari, ogni sua composizione sembra sottrarsi alla logica, le armonie sfuggono e approdano su lidi sonori fluttuanti e ricchi di fascino.
 
Con il nuovo album “Mostly Winter Sometimes Spring”, Brian Campeau gioca la carta del minimalismo strumentale con risultati ragguardevoli. Rinunciando alla laboriosa architettura del precedente album, il musicista spinge la ricerca sulle infinite possibilità degli strumenti, la sfida è molto più ardua di quanto si possa immaginare, perché ogni brano è stato creato con un solo strumento alla volta, la sua fusione di rock, folk corale, elettronica e musica antica si svela attraverso sonorità inedite e sconosciute, che ridanno confine alla ricerca senza perdere comunicatività e suggestione.
 
Pioggia di harmonium (Elana Stone) per “Cain And Able” con drone di scuola indiana che imbracano una sottile scala ritmica, solenni note di flauto per “Anger” che introduce uno dei momenti più intensi dell’album: “Throwing Blame”, dove sulle note di violoncello di Kate Adams la voce di Brian spalma malinconia e tristezza con modulazioni di voce funebri e dolenti.
 
Ogni brano mantiene un’identità pur nella commistione di generi: l’atipica “Gone For You” vira verso il jazz estraendo da un upright bass più note di quelle possibili, lo spazzolare tipico dei batteristi jazz è ricavato dallo sfregamento del fondo dello strumento, confondendo le acque già mosse dello splendido brano che vibra con swing e blues, sempre conservando un mood malinconico e dolente.
Festa di campanellini per “Denial”, arguzie vocali per “Like This One”, abile fingerpicking per “Depression”, chitarra classica per “Acceptance” e flauto per la gia citata “Anger”, quattro brevi interludi che raccordano la sequenza spesso stridente dell’album, non c’è apparente sposalizio stilistico, infatti, tra le note deliziose e delicate di “Reinventing Myself”e le strane digressioni di “The Roots To What’s Been Set”.
Ripescata dall’esordio, “Reinventing Myself” è riletta con deliziose armonie di sitar, dal quale il musicista estrae anche suoni e ritmi che si fondono con complesse armonie vocali, “The Roots To What’s Been Set” alterna note soffici a stridenti break hard-rock che nelle intenzioni dell’autore omaggiano i White Stripes.

L’elettronica domina invece uno dei brani più accattivanti e immediati dell’album, ovvero “Then Came The Sun”, che restituisce le magiche atmosfere dell’esordio concedendosi un abbandono lirico che confonde i sensi e svela l’arte di Brian nel creare intensi strati corali dal nulla. Messe poi da parte le alchimie moderne, Brian imbraccia la chitarra acustica in “Who Cares” e ripete la magia lirica con elementi diversi: che sia acustico o elettronico, il mondo sonoro di Campeau è sempre dotato di una cristallina bellezza che stimola l’immaginazione.
Restano da sottolineare l’abilità e la tecnica del musicista canadese: capace di eseguire scale armoniche complesse, Brian raccoglie l’eredità di Bruce Cockburn in “What May Kill” ed estende il fronte psichedelico della sua musica nella elegiaca “Kicking A Fuss”, ampliando gli orizzonti sonori tipici dei cantautori e oltrepassando la mediocrità della produzione contemporanea.
 
Geniale, intenso “Mostly Winter Sometimes Spring” è uno di quei rari esempi di creatività dell’ultimo decennio. Imperdibile.

13/04/2010

Tracklist

 1. Like This One
 2. Then Came The Sun
 3. Who Cares
 4. Gone For You
 5. Denial
 6. What May Kill
 7. Anger
 8. Throwing Blame
 9. Depression
10. Cain And Able
11. Kicking A Fuss
12. Reinventing Myself
13. Acceptance
14. Thank You
15. The Roots To What’s Been Set

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