Corsi e ricorsi storici.
Continua senza sosta la resurrezione dei protagonisti della scena wave internazionale.
A seguito della fioritura di numerose band che negli ultimi anni si sono palesemente ispirate ai suoni dei primi 80 (bastino le citazioni di Interpol ed Editors), molti artisti dell'epoca si sono gettati furbescamente sull'onda lunga del riflusso, ed è stato un diluvio di ristampe e reunion, non sempre all'altezza delle aspettative. Personaggi quasi ignorati all'epoca sono stati riesumati, riuscendo in alcuni casi ad assurgere all'attenzione dei media; qualcuno è persino riuscito a raccogliere frutti sui quali non avrebbe più osato sperare.
In Italia si è ritornato a parlare di Neon e Punkow, i Diaframma di Federico Fiumani stanno vivendo una seconda giovinezza, e non poteva mancare il ritorno sulle scene dei veneti Frigidaire Tango, attivi fino al 1986 con un paio di album all'attivo.
Si ricominciò a parlare di loro nel 2005 a seguito della pubblicazione di "The Freezer Box", una raccolta che racchiudeva tutto il materiale da loro prodotto, con l'aggiunta di un live d'annata registrato a Barcellona. Il loro ritorno discografico vede schierata la formazione storica, forte dei due assi Charlie Cazale e Steve "Dal Col" Hill rispettivamente alla voce e alle chitarre, con in aggiunta la piacevole sorpresa del cantato in italiano, anziché in inglese.
"L'illusione del volo" non è un disco pubblicato giusto per tenere occupata una nicchia di mercato o per rinfrescare la memoria popolare, bensì un lavoro con i piedi saldamente puntati nel nuovo millennio. Il suono è di una modernità stupefacente, ed evidenzia come la band non intenda far leva sull'effetto nostalgia, ma proporre le proprie nuove gesta con atteggiamento assolutamente contemporaneo.
È un lavoro importante e ben strutturato, un manufatto composto di quattordici canzoni, senza riempitivi, curato con dovizia artigianale, proprio come si faceva una volta.
Chitarre nervose ("Distogli lo sguardo") e momenti al limite del rumorismo ("Dreamcity", l'ending di "Milioni di parole") entrano in perfetto connubio con situazioni più melodiche e rassicuranti ("Normalmente triste"), a volte con divagazioni psych (il sitar nel Padre Nostro apocrifo di "Preghiera", con tanto di inserto hendrixiano), altre volte con superbo piglio pop ("New Wave Anthem", "Natural mente").
L'approccio è ora punk, con richiami all'esperienza Cccp evidenziati in "Mescola le razze", ora più vicino alla canzone d'autore, come nel caso della poetica espressa in "L'acqua pensa" e "Tutto niente qualcosa".
La produzione è affidata all'esperto Giorgio Canali e non mancano ospiti in linea con lo spirito del gruppo, fra i quali Federico Fiumani, Aldo Tagliapietra delle Orme, Diego Galeri dei Timoria e Fabio Trentini dei Guano Apes.
I Frigidaire Tango non riuscirono mai a scalare le chart, e tento meno ci riusciranno oggi, ma si rendono attori di un'opera convincente e accurata. Una riuscita sintesi di sobrietà e sperimentalismo che per fortuna non è rimasta rinchiusa in qualche polverosa soffitta.
14/10/2009