Sweet Billy Pilgrim

Twice Born Men

2009 (Samadhisound)
art-rock

L’eccellente quadro di Tacita Dean e la produzione di David Sylvian certificano istantaneamente il progresso del gruppo inglese dall’esordio del 2005, album che già qualificava il trio come un buon antidoto alla mediocrità del pop inglese degli ultimi anni.
La complessa architettura del loro sound si realizza con maggiore organicità in questo secondo album aggiungendo un nuovo tassello alla mappa genetica dell’art-rock, germi sonori dei Talk Talk, Divine Comedy, Sigur Ros, si innestano nel tessuto sonoro e poetico ricco di anime tormentate e racconti di marinai.

“Twice Born Men” è un album che richiede ascolto, la superficialità non corrompe neppure le pagine più prevedibili come “Kalypso”, che pur rappresentando il lato più melodico del loro sound, riesce a non irritare.
Denso invece il restante insieme di armonie e sonorità che rasentano l’impalpabilità grazie alla voce spettrale e drammatica di Tim Elsenburg, che fa pensare a dei Porcupine Tree privi della boria del rock progressivo.
La scrittura più vicina al cantautorato e l’uso di harmonium, basso e altre delizie acustiche ricorda la riuscita commistione tra musica colta e songwriting realizzata dal loro amico Steve Adey con “All Things Real”, ma pur scavando nel solco del già sentito, i Sweet Billy Pilgrim ostentano una autonomia e una personalità apprezzabili.

Il racconto di “Here It Begins” introduce la marinaresca “Truth Only Smiles” che insieme alla successiva “Bloodless Coup”, una ballata dai confini blues e rock, rappresentano al meglio la parte più vibrante del loro suono. Altrove tutto è più elaborato e oscuro, con toni epici (“Future Perfect Tense”) o minimali e naif (“Joy Maker Machinery”), in un continuum di atmosfere criptiche squarciate da flebili raggi di sole prima della tempesta.
Se le canzoni più immediate deliziano, sono i momenti più elaborati a incantare, oltre alla già citata “Joy Maker Machinery”, anche la conclusiva “There Will It End” spinge verso un viaggio interiore, dove come marinai dell’anima restiamo bagnati dalle nostre stesse insicurezze, mentre un coro di voci ci rassicura sull’ineluttabilità del destino.

Una maggiore autonomia stilistica sarebbe auspicabile per il futuro, ma in definitiva “Twice Born Men” è un album raffinato, spirituale, sontuoso e gracile, che pur evocando suoni ed emozioni familiari, riesce a regalare nuove sfumature a una gradevole tavolozza di colori minimale e crepuscolare.

11/05/2009

Tracklist

  1. Here It Begins
  2. Truth Only Smiles
  3. Bloodless Coup
  4. Longshore Drift
  5. Kalypso
  6. Future Perfect Tense
  7. Joy Maker Machinery
  8. There Will It End

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