Eminem

Recovery

2010 (Aftermath/ Interscope/ Shady)
hip-hop, rap, crossover

I titoli, a volte, la dicono lunga. Anche se, forse, non tutta. Nel caso di Eminem dopo la “ricaduta” (“Relapse”) arriva la “ripresa” (“Recovery”). Con questa formula augurale cara a politici ed economisti di tutto il mondo - ma che si adatta alla perfezione anche agli analisti musicali e discografici - il genio maligno del 313 fa capolino fuori dalla lampada per la seconda volta nel giro di un anno. Che sia solo scaramanzia (il disco doveva chiamarsi “Relapse 2”, essendo di fatto la seconda facciata del precedente, ma un'altra “ricaduta”, dati i trascorsi, non sarebbe stata certo di buon auspicio) o che il vecchio Marshall sia davvero convinto, a quarant'anni quasi suonati, di riuscire a impennare la parabola declinante della sua carriera di rockstar del rap fino a lambire il livello dei due magistrali “Lp”, non è dato sapere. E neppure l'ascolto e il giudizio di quest'ultima fatica fornisce un responso definitivo. Certo, pur non condividendo in toto l'ottimismo dell'autore, bisogna ammettere che alcuni passi avanti rispetto al deludente “Relapse” ci sono, eccome. Ma si resta pur sempre impantanati in un gioco di cliché e autocitazioni che poco di nuovo aggiungono alla carriera di un grande artista multimediale (almeno in nuce) che potrebbe dare ancora molto di più alla musica se solo si decidesse a dare un taglio netto al passato. Questa, però, è più che altro una mia fissa. Per ora restiamo ai fatti.

Che sono più o meno questi. In “Relapse” era il “gemello cattivo” Shady a scendere nell'arena e a monopolizzare l'attenzione tentando di riallacciarsi, in un disperato testacoda, alla rap comedy a sfondo horror e circense dei gloriosi esordi. In “Recovery” la produzione si fa più pop e patinata - con Dre nel ruolo anodino di executive e vecchie volpi come Jim Jonsin, Dj Khalil, Supa Dups e Just Blaze a rilevarne i suoni - i ritmi corposi e le chitarre più presenti evidenziano la componente rocky (evidente nei sample: “Changes” dei Black Sabbath, “Drive” dei Rem, “Cry Little Sister” di Gerard McMahon, fra gli altri) del suo hip-hop - simile in questo a “The Eminem Show” - mentre una vena genericamente più tormentata e introspettiva si fa largo nei testi. Testi che, per il resto, ruotano ciclicamente intorno ai classici temi eminemiani: la satira del mondo dello spettacolo a base di dissing "a tripla x" e humor nerissimo, la crudeltà fumettistica per épater le bourgeois, il reality show autobiografico, qui incentrato sulla sua recente lotta contro la tossicodipendenza. Lo smalto vocale c'è, il flow è sempre smagliante, sebbene iperboli linguistiche e punch lines mordano molto meno di un tempo.

E il parco canzoni sembra allestito, con dovizia di varianti, per accontentare tutti. Ci sono anthem smaccatamente da classifica come il singalong di “Cold Wind Blows”, neanche malaccio, peraltro, nel suo genere, l'urban di “Talkin' To Myself”, il singolo laccato “Not Afraid”, l'imbarazzante “No Love” (col campione - e, credetemi, non sto scherzando - di “What Is Love” di Haddaway e un featuring alla moda come Lil Wayne) e una sorta di amaro duetto amoroso con Rihanna (due che di disavventure con i rispettivi partner, d'altronde, se ne intendono) in “I Love The Way You Lie”.
Altrove, per fortuna, Mathers dimostra di saper fare di meglio (i famosi “segnali di ripresa” di cui si diceva): nel goth-funk vecchia maniera di “On Fire”, ad esempio, nell'energico crossover di “Won't Back Down” (col feat, ininfluente, dell'ex-punkette di gommapiuma Pink), nel vaudeville rap di “So Bad” e dell'“Untitled” conclusiva (azzeccatissimo il ripescaggio del coretto vintage da girl group di “You Don't Own Me” di Lesley Gore), in quella sorta di bislacco ma trascinante stomp sintetico che è “Cinderella Man”, nel numero cinematico, quasi un rap musical, di “Almost Famous” e persino nelle due power ballad “Going Through Changes” e “Space Bound” (basate, rispettivamente, sui pezzi di Black Sabbath e Rem a cui facevamo riferimento sopra).

Un lavoro da onesta popstar. Questo è Eminem, al momento, prendere o lasciare.

23/06/2010

Tracklist

  1. Cold Win Blows
  2. Talkin' To Myself
  3. On Fire
  4. Won't Back Down
  5. W.T.P.
  6. Going Through Changes
  7. Not Afraid
  8. Seduction
  9. No Love
  10. Space Bound
  11. Cinderella Man
  12. 25 To Life
  13. So Bad
  14. Almost Famous
  15. Love The Way You Lie
  16. You're Never Over
  17. Untitled