Quando comparve "Underwater Moonlight" era l'alba degli anni Ottanta e chi scrive non c'era, però non è difficile immaginare che chi invece quell'epoca musicale così vitale e creativa, l'epoca del post-punk, l'ha vissuta, abbia fatto un balzo dalla sedia nel mettere sul giradischi il secondo album dei Soft Boys. Si tornava indietro di una quindicina d'anni; si tornava alla psichedelica più visionaria, alle melodie cristalline dei Beatles e a quelle più barocche dei Kinks, al folk malinconico dei Byrds, ma anche al rock selvaggio dei Rolling Stones. Erano fuori dal tempo, i Soft Boys, e mentre le band new wave facevano la rincorsa al futuro, al nuovo, all'inaudito, loro tiravano fuori dieci canzoni da manuale del rock sixties. Ma non erano dei reazionari, dei retrogradi; la lezione del punk l'avevano certamente assimilata anche loro, solo che a differenza dei pionieri della new wave, i Soft Boys l'avevano intesa come recupero del passato (il punk non era forse il rock'n'roll degli anni Cinquanta in una versione più selvaggia e grezza?) e non in senso avveniristico. Per questo la loro musica appare oggi, a distanza di trent'anni, come qualcosa che va ben al di là di un semplice revival psichedelico: era una nuova psichedelia, ovvero la reinvenzione di un genere che, quasi come il prog, era stato spazzato via dalla forza d'urto del punk.
Nel 1980, in confronto a band come Television, Talking Heads, Joy Division e Ultravox (tanto per citare qualche nome), i Pink Floyd dovevano sembrare muffa mentre Beatles, Byrds e Stones erano, forse, già dei dinosauri. Ma i Soft Boys, incuranti delle mode del loro tempo, guaradavano a questi esempi e, senza temere gli illustri confronti, realizzarono un capolavoro.
La mente dei Soft Boys era Roby Hitchcock, songwriter, chitarrista e vocalist della band di Cambridge; il braccio invece era l'altro chitarrista, Kimberly Rew, autore di assoli acidi e spigolosi come la tradizione psichedelica comanda. Il busto, infine, era rappresentato da una collaudata sezione ritmica: Morris Windsor alla batteria e Matthew Seligman al basso. Dopo il promettente esordio "A Can Of Bees" del 1979 (anch'esso ristampato dalla Yep Roc), sarà "Underwater Moonlight" dell'anno seguente a iscrivere la band negli annali del rock, anche se all'epoca il disco fu piuttosto snobbato. Ma la storia, si sa, fa il suo corso e anche il suo dovere, dando a Cesare quel che è di Cesare. Infatti, non si possono non riconoscere le straoridanrie doti di songwriting in possesso di Hitchcock, che non a caso dal 1981 avvierà una brillante carriera solistica, così come non si può non dare il giusto riconoscimento a un chitarrista come Kimberly Rew, poco pirotecnico, forse, anche rispetto alla stesso stile psichedelico, ma assolutamente lisergico e, perché no, anche romantico. Forse in quegli anni solo Tom Verlaine sapeva essere più immaginifico.
Il disco parte subito a mille con l'inno epico "I Wanna Destroy You", un trionfo di cori briosi mandati in gloria dal chitarrismo agrodolce di Rew. Il suo stile lunare, di chiara matrice barrettiana, ben si accorda al suggestivo jingle di "Kingdome Of Love", mentre nella stonesiana "I Got The Hots", in modo assolutamente antivirtuosistico, arpeggi crepuscolari finemente "ricamati" si trasformano, nel finale, in latrati onirici. È un linguaggio tutto sommato semplice che però sa essere terribilmente espressivo; lo dimostra "You'll Have To Go Sideways", breve fuga nel cosmo più profondo, lì dove si possono udire le folate sinistre di un sintetizzatore spaziale. Prima di tutto questo, però, c'è "Positive Vibrations", un power-pop energico per sognatori esotici (nell'arrangiamento del brano si sente un sitar, suonato da Andy King).
"Insanely Jealous" è una camminata on the wild side, nella poesia di strada cara a Lou Reed, una poesia dal declamato lascivo che si staglia su arrangiamenti dionisiaci (stavolta a fare capolino è il violino sibillino di Gerry Hale). Subito dopo c'è spazio solo per la magia, quella di "Tonight": giro di basso ipnotico, riff di chitarra granitico, melodia notturna che sfocia in un chorus malinconico. È proprio vero che, come sotiene qualcuno, le cose semplici commuovono più di mille artifici intellettuali.
Prima della conclusione c'è ancora spazio per "Old Pervert", psych-rock dal ritmo selvaggio alla Who e dal chitarrismo aspro e sferragliante (qualche suggestione new wave dovevano pure averla assimilata, no?), e "The Queen Of Eyes", ovvero la dolcezza in una melodia fuori dal tempo. E allora si chiude in bellezza (e non poteva essere altrimenti) con "Underwater Moonlight": chitarra carezzevole che sa anche graffiare bene, ritmo robusto come sempre e ritornello che ti si avvinghia all'anima. La carica vitale che ne risulta è fuori dal comune.
Un disco del genere meriterebbe di stare tra le nostre pietre miliari, e probabilmente un giorno ci finirà. Per ora è sufficiente celebrare l'ottima ristampa della Yep Roc, distribuita in Italia dalla Audioglobe, che ha il pregio, non di poco conto per chi scrive, di non insozzare la trackilist originale con del materiale extra che finisce solo per rompere quell'unità, quella perfezione intrinseca, che certi dischi possiedono. Tuttavia i bulimici di bonus track potranno consolarsi con ben trenta brani in download messi a disposizione dalla Yep Roc agli acquirenti del disco. Insomma, non si scontenta nessuno, e anche se Natale ormai è passato, l'Epifania è ancora da venire: questi deliziosi dolcetti psichedelici potrebbero essere una lieta sorpresa nelle calze dei bravi bambini golosi di rock.
27/12/2010
1. I Wanna Destroy You
2. Kingdom Of Love
3. Positive Vibrations
4. I Got The Hots
5. Insanely Jealous
6. Tonight
7. You'll Have To Go Sideways
8. Old Pervert
9. Queen of Eyes
10. Underwater Moonlight
11. He's a Reptile (Bonus Track)
12. Vegetable Man (Bonus Track)
13. Strange (Bonus Track)
14. Only The Stones Remain (Bonus Track)
15. Where Are The Prawns (Bonus Track)
16. Wey Wey Hep Uh Hole (Bonus Track)
17. Dreams (Bonus Track)
18. Black Snake Diamond Rock (Bonus Track)
19. There's Nobody Like You (Bonus Track)
20. Song #4 (Bonus Track)
21. Empty Girl (Bonus Track)
22. Have a Heart Betty (Mark 2) (Bonus Track)
23. Rock 'n' Roll Toilet (Mark 2) (Bonus Track)
24. Old Pervert (Section 1) (Bonus Track)
25. Like a Real Smoothie (Bonus Track)
26. Alien (Bonus Track)
27. Bloat (Extract) (Bonus Track)
28. Underwater Moonlight (Early Version) (Bonus Track)
29. She Wears My Hair (Bonus Track)
30. Wang Dang Pig (Bonus Track)
31. Old Pervert (Section 2) (Bonus Track)
32. Insanely Jealous (Bonus Track)
33. Leave Me Alone (Bonus Track)
34. Goodbye Maurice or Steve (Bonus Track)
35. Old Pervert (Section 3) (Bonus Track)
36. Cherries (Bonus Track)
37. Amputated (Bonus Track)
38. Over You (Bonus Track)
39. I Wanna, Er (Bonus Track)
40. Old Pervert (Section 4) (Bonus Track)