Ural Umbo è il progetto musicale di Steven Hess (Fessenden, Haptic) e Reto Mäder (Sum of R, RM74 oltre che titolare della Hinterzimmer Records).
Tra ambient scurissima, noise astratto e una drammatica tensione cameristica che sembra voler mettere i due sulle tracce delle ultime evoluzioni dei Sunn O))), l’universo musicale dipinto dai due musicisti è quantomeno angosciante, anche se tracce di melodia ci preservano da una visione biecamente nichilista. Melodia che, tra le altre cose, ci consente di apprezzare, grazie al gioco di contrasti e di sfumature, il lato più oscuro e minaccioso di questo suono che sembra provenire dagli anfratti più nascosti di una psiche dissestata.
Le tinte funeste e il dissidio drammatico di “Don't Eat Carrots, My Little Ghost Horse” sono, così, perfettamente intellegibili, anche se essenzialmente rimandano a qualcosa di più profondo, verso una dimensione pre-razionale. Nel contrasto tra buio e luce risiede tutto il significato ultimo della dimensione sonora degli Ural Umbo: da un lato, quindi, le minacciose stratificazioni droniche di “Stumbling Upon Blood And Mercury”, “Mathieu 2004-2009” o la fanfara desolata di Förlåta Jag” e, dall’altro, le luminescenze paradisiache di “Theme Of The Paranormal Feedback” e gli echi celestiali di “Pendulum Impact Test”.
Nel bel mezzo di “Among The Bones”, invece, la sensazione di aver messo su l’ultimo lavoro degli Æthenor è davvero fortissima, quasi opprimente. Ma è un quasi-omaggio che non si allontana troppo, in fin dei conti, dalle coordinate di un disco non del tutto riuscito ma quantomeno magnetico.
22/04/2010