L'inglese Stephen Wilkinson esordisce come Bibio a metà dello scorso decennio con un disco, "Fi", legato a doppio filo all'elettronica elegiaca dei Boards Of Canada (che lo benedicono con una frase riportata su uno sticker attaccato sulla confezione della prima stampa del cd). Album dopo album, Wilkinson cerca di allontanarsi da quel modello, dirigendosi verso una forma canzone folk stralunata e naif. Il miglior esempio in questa direzione è il buon "Vignetting The Compost" del 2009, l'ultimo lavoro a essere pubblicato per l'americana Mush.
Dal 2009 è proprio la Warp - l'etichetta che ha fatto conoscere al mondo intero il talento dei Boards Of Canada - a prendere sotto la sua ala protettrice il giovane musicista di Wolverhampton, pubblicandone ad oggi tre dischi. L'ultimo dei quali, "Mind Bokeh", appare come un passo falso nella discografia di Bibio. A forza di affrancarsi dai modelli ispiratori, Wilkinson è approdato a un synth-pop velato di funk all'acqua di rose, blando e inefficace ("Pretentious", "Light Seep", "Feminie Eyes").
Le tracce da salvare sul nuovo lavoro sembrano proprio quelle che non si discostano troppo da quanto fatto ascoltare in passato: la colonna sonora ‘immaginaria' di "Excuses" e l'ambient ciottolosa di "Mind Bokeh". Il brano che chiude il disco, "Saint Cristopher", introduce nuovi elementi nella tavola dei colori di Bibio, spostando il baricentro della sua musica verso plastificati territori light jazz.
21/04/2011