A un pugno di mesi di distanza dal deludente ritorno di "Small Craft On A Milk Sea", Brian Eno fa girare a pieno regime il nuovo contratto Warp e propone un altro saggio di collaborazione, sua specialità storica e assoluta, con "Drums Between The Bells", in coppia con il poeta Rick Holland.
Il progetto nel suo insieme non si discosta molto dai confusi dischi dell’Harold Budd dei 90 per base elettronica e voce recitante. La collaborazione è di fatto con le parole del poeta (come recita, onestamente, il titolo stesso), più che con la sua personalità artistica. I due hanno poco-niente da dirsi e da darsi; le piéce sono affidate, oltre che al monocorde tono del poeta stesso, anche a una vocalist che vi aggiunge un tocco di disumanità fantascientifica. Questo è l'unico aspetto realmente interessante del progetto.
La base musicale suona spompata, qualsiasi sia la sua tipologia: sonatine svenevoli new age ("Pour It Out", pure sciupata da un sovrabbondante arrangiamento da camera e da filtri elettronici, "The Real", ecc.), inutili brani tecnologici senza direzione ("Bless This Space", "Glitch", quasi da club, "The Airman", "Seedpods") o field recordings ("Fierce Aisles Of Light").
Un po' di luce, ma estremamente breve, arriva con "Multimedia", un omaggio dal nuovo r'n'b, "Dow", l'unico brano cantato nel vecchio stile di Eno, e il quadretto ambient-pop di "Cloud 4", tutti episodi con la stessa valenza di un'eco lontana.
Ci sono almeno tre problemi in questa raccolta - registrata e collezionata nell'arco di quasi un decennio - che aspira al titolo di lavoro più svogliato mai fatto uscire dal genio britannico. Primo: dieci anni d'incontri estemporanei sono sfociati in discordanze stilistiche; il meticoloso Eno le ha inserite, sorvolandoci, con inspiegabile faciloneria. Secondo - ma questo è qualcosa di annoso e trasversale - il reading poetico applicato all'ambient è, per definizione, un eccesso. A meno che, come per l'ultimo Loscil ("The Making Of Grief Point" da "Endless Falls", cfr), non sia giustificato o rappresenti un'eccezione, l'ambient rimane spazio aperto, non sottofondo, non decorazione. I due hanno provato a fuoriuscire dalla morsa, finendo più sanguinanti di prima. E terzo, Eno è un autore prolifico che non fa rimpiangere le sue precedenti assenze, quasi che la sua vera volontà sia quella di tenere bassa la qualità artistica e di oscurare il passato di glorie. Solita pletora di edizioni limitate, bonuse contro-bonus. Copertina "photoshoppata" da Eno stesso.
06/07/2011