Una netta sterzata in direzione AFX/Squarepusher, insomma, con tanto di bassoni acidi (o algidi), melodie fluttuanti e pioggia di ritmi spezzati. Il sound ne esce senz'altro raffreddato, più cerebrale: anche dove sono evidenti i riferimenti all'immaginario ipnagogico (un titolo come "VHS Sex" è paradigmatico) l'elemento robotico/glaciale prevale su quello nostalgico. Non c'è più nulla di indistinto o slavato: è insomma un disco più a fuoco, ma anche per questo meno affascinante rispetto alle aspettative.
Un lavoro di classe, in ogni caso, frutto di una perizia compositiva che testimonia l'atipicità del personaggio rispetto alla scena in cui si muove.
(11/07/2011)