Nuova avventura per la ditta Cannibal Movie.
I due negromanti “ilvetici” Donato Epiro e Gaspare Sammartano si aggirano minacciosi per il rigoglioso sottobosco dell’underground italiano, annusando nell’aria gli effluvi di marciume provenienti dall’antiquata “Compagnia dell’Indie” e scrutando l’ambiente circostante con le loro Super 8 spiritate.
Dopo un tour nazionale protratto per tutta la scorsa primavera, che ha registrato un elevato numero di vittime cadute sotto l’incantesimo fatale di “Avorio”, la Yerevan Tapes – etichetta bolognese specializzata nella pubblicazione su nastro, sublabel di Avant! – presenta “Mondo Music”, lavoro il cui titolo ossequia la sacra triade Cavara-Jacopetti-Prosperi, che con la sua opera congiunta “Mondo Cane” (1962) ha creato il culto cinematografico denominato “Mondo Movie”.
Si tratta di due suite vomitate nell’arco di un pomeriggio. I mattatori sono ancora una volta l’organo processato di Epiro e la batteria di “Lemming”; unico co-protagonista è un singolo microfono panoramico, piazzato al centro della sala di registrazione. Nessuna comparsa.
La ricetta è grosso modo la stessa dell’acclamato esordio, ma a colpire è sia la durata estesa delle composizioni (quasi quattordici minuti ciascuna) sia l’involontaria limatura del caratteristico sound del duo tarantino.
Già, perché per qualche oscura ragione, la stessa tecnica di registrazione utilizzata in precedenza, votata a un’estetica lo-fi tutt’altro che artefatta, stavolta ha generato un suono lievemente smussato, che appare quasi il frutto di un intervento di post-produzione.
Entrambi i brani di questa release guardano principalmente alla cultura mediorientale, come testimonia in maniera chiara la giovane donna immortalata in copertina, e si spingono verso atmosfere ancor più cinematografiche; in tutto ciò, la furia delle pelli percosse da Sammartani e l’efferatezza con cui Epiro dà vita ai suoi deliri psych-kosmische non risultano affatto sacrificate sull’altare del facile ascolto.
“Mondo Music (I)”, infatti, è un’impennata psichedelica in continuo divenire, i cui i droni mistici tessono una lunga tela attraversata da riff organistici gagliardi e squarciata da piatti invasati. La seconda traccia, impiantata su un andamento conturbante e – addirittura – armonioso in alcuni passaggi, svela il lato meno truculento e più meditativo della creatura bicefala.
Le soluzioni tribal-funk adottate in particolar modo nell’ultima metà di “Mondo Music (II)” diventano espressione di una versatilità compositiva che spazia con grande orietamento tra generi musicali diversi, propria di un lavoro concepito esclusivamente attraverso l’arte dell’improvvisazione.
Nell’attesa di una nuova opera che mostri le future direzioni verso cui remeranno i due traghettatori amanti dell’occulto, la parentesi “Mondo Music” si classifica come ulteriore “must have”, anche perché in tiratura limitata di sole cento copie.
11/11/2012