Emeli Sande

Our Version Of Events

2012 (Virgin)
pop, soul

Anche nel mondo del pop, a volte, possono accadere piccoli miracoli. Si accende la radio o ci si sintonizza su Mtv (ma più comunemente oggi si accede a YouTube...) e all'improvviso ci si imbatte in una delle miscele più dirompenti di abilità canore, look magnetico e una serie di recuperi intelligenti di sonorità che abbiamo ascoltato spesso, molti anni fa, e che ormai il mondo intero aveva accantonato. In tanti siamo rimasti rapiti, mesi fa, da quel sample velocizzato di "Funky Drummer" di James Brown (dove l'abbiamo già sentito? In "I'm Not The Man I Used To Be" dei Fine Young Cannibals, in "Waiting For That Day" di George Michael e persino in "I Am Stretched On Your Grave" di Sinead O'Connor... la lista sarebbe davvero lunghissima), da quella voce limpida e vigorosa che ci chiedeva "Do you recognize me?" e da quel magico connubio tra elettronica e archi che percorre vent'anni di storia delle radio hit, come se Mark Ronson in men che non si dica decidesse di pasticciare con "Unfinished Sympathy" dei Massive Attack o con i Soul II Soul più raffinati.
"Heaven" è quanto di meglio potesse proporre Emeli Sandé come biglietto da visita, il tutto corredato con un video suggestivo e un'immagine che di certo non può passare inosservata: la cantautrice, ex-studentessa di medicina nata da madre scozzese e padre dello Zambia, ha un viso che ricorda Etta James e capelli ossigenati che riportano alla memoria un'altra cantante dal sangue misto e dal sorriso contagioso - quella Yazz che alla fine degli anni Ottanta ci insegnava, nelle radio e sulle piste da ballo, che "the only way is up". Non si vedeva qualcosa di così piacevolmente distinguibile da quando esordì Gabrielle, un'altra voce di velluto del soul britannico che si presentò ai nostri occhi con capelli ricci cortissimi e un occhio bendato sulle note di "Dreams" - e anche in quel caso fu galeotto un campionamento, quello di "Fast Car" di Tracy Chapman.

Abbiamo imparato a conoscerla meglio. Emeli Sandé (il cui primo nome sarebbe Adele, accantonato per non farsi confondere con la sua famosissima omonima che sta collezionando premi su premi) non è nata dal nulla, e prima di imporsi come interprete è stata anche una valida autrice per altri cantanti, da Leona Lewis a Susan Boyle. Sono seguiti altri due singoli, "Daddy" e "Next To Me", e anche una serie di collaborazioni - vale la pena ricordare almeno quella con Professor Green in "Read All About It", giunta al primo posto in Inghilterra e riproposta, in Italia, insieme a Dolcenera. L'attesa era tanta ma non sapevamo, sinceramente, cosa aspettarci di preciso dal primo album di Emeli Sandé: è già il tempo per prepararci al revival anni Novanta? Fortunatamente (o per sfortuna) questo non è il caso. Sarebbe stato troppo facile riempire "Our Version Of Events" di trucchetti da prestigiatore recuperando tutti i cliché di quel decennio, magari con una pennellata di jungle qua ed emulazioni house recuperando una Yamaha DX-7 là, e invece è una raccolta di canzoni il più delle volte ben scritte e interpretate ancora meglio, anche se in qualche passaggio la ricetta è poco audace e il tutto può suonare più convenzionale di quanto l'artwork sia in grado di suggerirci.

Siamo di fronte a un album ben ancorato nel presente e che è fatto apposta per scalare le classifiche di vendita, e ci sono ben pochi dubbi che questo possa accadere. Forse la Virgin le ha tarpato un po' le ali, desiderosa di avere nel proprio "parco artisti" una risposta immediata alla Atkins e pronta a sfidare nel cuore del pubblico la lolita newyorchese Lana Del Rey - ma Emeli quando canta d'amore non lo fa solo con risentimento, come la diva di "21", e con Lana ha in comune solo il fatto di essere co-autrice delle proprie canzoni e l'attitudine a mescolare con gusto tappeti d'archi e beat elettronici. A dire il vero un terzo punto in comune c'è - il potenziale singolo di successo "My Kind Of Love" porta anche la firma di Emile Haynie, che ha lavorato proprio con Lizzy Grant in "Born To Die" - ma il territorio in cui la nuova stella di Glasgow si muove è differente, a tratti accostabile semmai più al primo John Legend, quello più autentico, che recuperava il soul della vecchia scuola senza intrappolarsi nel passatismo.
C'è anche un (bel) po' di Alicia Keys nel bozzetto di "Where I Sleep", vivida fotografia di una generazione che vorrebbe cambiare il mondo ma non è certa di avere i mezzi per farlo, specie in tempi in cui la disoccupazione è a livelli allarmanti, e non a caso in "Hope" (firmata proprio insieme all'artista di "No One" e "Fallin'"). L'amore che smuove le montagne è un concetto caro tanto nelle dichiarazioni romantiche quanto nell'invocazione di Dio: aperta dunque a ogni interpretazione la bellissima "Mountains", avvolta in un drappo d'archi e sostenuta da una batteria elettronica pulsante ma compìta.
Anche se l'allegoria del circo sta in piedi a fatica ("sarò il tuo pagliaccio sul tuo canale televisivo preferito, la mia vita è un circo che si muove in cerchio") la Sandé in "Clown" fa perdonare la leggerezza con una melodia naturale che si sviluppa da sé, addobbata da gentili arpeggi pianistici e forte di un'interpretazione tra le più coinvolgenti dell'intero disco.

Il gioco di richiami in "Daddy" è un puzzle intricato che inciampa in una somiglianza piuttosto evidente con "Frozen" di Madonna, tanto nell'incipit della strofa quanto nell'atmosfera e nel rivestimento elettronico del bridge (mentre il timbro di Emeli sembra quasi rincorrere quello più ecorché di Amy Winehouse, appena addolcito con un cucchiaino di miele di fiori d'arancio) e l'intera sezione centrale di "Our Version Of Events" - che si risolleva con l'esplosione gospel di "Next To Me" - suona forzata, annacquata con qualche mid-tempo di troppo, insipido e dimenticabile. "Breaking The Law", una ninna-nanna alla chitarra, desidera far trasparire l'amore per Joni Mitchell ma in realtà sembra solamente tediosa, abbozzata e fuori posto.
Ottime le intenzioni in "River", eppure il testo è troppo astratto e in alcuni passi incomprensibile per coinvolgerci davvero. "Forse sono troppo calma per te/ forse non m'hai neppure notata/ ma se sei troppo grande per seguire i fiumi/ come riuscirai a trovare i mari?" è quanto di più criptico si possa ascoltare dai tempi di "To Drink The Rainbow" di Tanita Tikaram. Il soul-pop in punta di piedi di "Suitcase" starebbe benissimo nel repertorio di Gabrielle, e la già citata "Hope" (neanche a dirlo) è una ballata solenne intrisa di speranza - una nuova "Imagine" per il terzo millennio, anche se il contesto in cui è immersa è irrimediabilmente diverso rispetto a quello del classico lennoniano. A chiudere il tutto c'è una rilettura dolce e acustica di "Read All About It", priva del rap di Professor Green e con un sobrio accompagnamento al pianoforte.

"Our Version Of Events" è il primo lavoro di una cantante che ha già dimostrato di avere ben più di una buona freccia al proprio arco. Non ci si aspetti però un disco tutto sulla falsariga di "Heaven" - meglio, inoltre, assaporare lentamente le sfumature in ogni singola traccia. Non è un debutto perfetto - l'impressione è che almeno due o tre canzoni abbiano l'unico scopo di fare numero, a scapito di un brano come "Easier In Bed" che invece è stato declassato al rango di b-side del singolo "Heaven" - e dopo un inizio promettente la ripetizione di alcune figure nei testi ("muoverò le montagne per te", ripete Emeli in "River") e certe impalcature melodiche prevedibili ("Maybe") o che lasciano poche tracce ("Lifetime") appesantiscono quella che sarebbe potuta essere la ventata d'aria fresca di cui la musica leggera "di consumo" avrebbe un disperato bisogno.
La critica britannica ha puntato subito su Emeli Sandé, che ha incassato il premio della critica agli ultimi Brit Awards: noi le diamo tutto il tempo necessario per crescere e per osare un po' di più. Il potenziale c'è e già si nota negli episodi migliori. Ci sono quattro singoli riuscitissimi e almeno altri tre pezzi che potrebbero tenerci compagnia per tutto il 2012. Accontentiamoci.

01/03/2012

Tracklist

  1. Heaven
  2. My Kind Of Love
  3. Where I Sleep
  4. Mountains
  5. Clown
  6. Daddy (featuring Naughty Boy)
  7. Maybe
  8. Suitcase
  9. Breaking The Law
  10. Next To Me
  11. River
  12. Lifetime
  13. Hope
  14. Read All About It (Pt. III)

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