Dove si incontrano Nick Drake e Sufjan Stevens, in una sorta di Teano musicale, ecco Will Stratton. Giovanissimo ed estroso cantautore americano, Will giunge al suo quarto Lp a soli venticinque anni. Perdendo un po' il suo talento melodico, espresso nei suoi primi lavori, il Nostro suggerisce, impressiona e suggestiona con un fingerpicking voluttuoso e serpeggiante, pieno di interiorità cavernose riverberanti di riflessi rosa ("Honey Diamond", la leggiadra "Colt New Marine") e di inarcamenti protesi verso l'ascoltatore (la title track, il country-blues baciato dal sole della bella "If You Wait Long Enough"), non privi della sorniona istintività di Tallest Man On Earth.
Le "cinque foglie rimaste" di "The Relatively Fair" mantengono sempre la freschezza necessaria a non sembrare copie ingiallite d'autunno, come è successo ad altri emuli Drake-iani come Jens Carelius, così come leggeri rimangono gli arrangiamenti d'archi, a trasmettere un lieve trasporto amoroso.
Più Stevens-iana è invece l'epica architettura del cuore dell'iniziale "You Divers", mentre "Mercury Id Blues" riporta per un attimo il disco sui binari.
Ma l'istinto di libertà che traspare dalle note di "Post-Empire" è quanto rimane maggiormente, anche dopo l'ascolto; in un disco che, pur non essendo mai memorabile, ha comunque il potere necessario a trasfigurare le cose, fosse anche solo per un attimo.
02/04/2012