Berlino, città che intreccia flussi culturali in anticipo sui tempi, città nota ai rockettari per il saccheggio di David Bowie per la realizzazione della sua irripetibile trilogia sonora. Berlino, città che cela una vitalità culturale che solo a volte è dato cogliere anche a noi europeisti distratti. Il trentacinquenne Sascha Ring sembra non disdegnare la complessità di stimoli che la sua città gli offre, e così, dopo le provocazioni techno da dancefloor, ma anche dopo le inflessioni beat e neoclassiche, affronta una nuova sfida, ovvero il teatro.
Commissionata dal direttore teatrale Sebastian Hartmann per una rappresentazione dell’opera di Tolstoj "Guerra e Pace", l’ultima fatica di Apparat apre nuove opportunità all’abile produttore e musicista. Dopo i toni austeri e dream-gothic di “The Devil’s Walk”, la musica di Ring si tinge di colori più delicati e prosegue nel suo abbandono della techno per una musica sempre più ricca di flussi nordici che ancora una volta rimandano ai Sigur Rós.
Sperimentata la forte coesione emotiva, attraverso l’esecuzione live con l’orchestra, la musica di “Krieg Und Frieden (Music For Theatre)” resta abilmente in piedi nella sua versione discografica, grazie all’attenta sequenza di landscape e chamber noises. L'album così, pur incatenando tasselli di puzzle sonori diversi, riesce a creare una linearità emotiva coinvolgente, una tensione impalpabile che riesce a giustificare il piacere a volte epidermico e a volte più profondo delle dieci tracce.
Sascha Ring non aggiunge molto a quanto ci è dato conoscere sul dream-pop in “Light On” (dove per un attimo ritorna il dubstep), sfrutta i canoni della musica cinematica in “44”, travolgendoli di rumore in “44 (noise version)” ma tutto avviene con piacevole leggiadria, raggiungendo il climax in “Blank Page”, tra drone strumentali e armonie avvolgenti ricche di mistero, in cui lo scorrere delle situazioni è affidato a frame impercettibili.
Pur senza creare un leitmotiv memorabile, Apparat mette insieme una sequenza di armonie ricche di intuizioni felici: le suggestioni pastorali di “K&F Thema (Pizzicato)”, quelle oniriche al limite dell’hauntology di “K&F Thema”, oppure quelle leggermente post-rock di “A Violent Sky” (con rimandi ai Radiohead) sono sufficienti per archiviare “Krieg Und Frieden (Music For Theatre)” come un piacevole prosieguo della variopinta crescita musicale del musicista tedesco. Quel che è certo, è che è un album il cui fascino è affidato molto anche all’attenzione dell’ascoltatore, che tra citazioni colte e piacevoli deja-vu scorgerà una scrittura comunque personale e calibrata. L’evoluzione della musica techno comincia a dare frutti diversi e interessanti, da assaggiare con cura.
10/04/2013