A un anno di distanza dalle
session estive che avevano prodotto i due brani del 7''
"Panopticon/Vicious Circle", i catalani Belgrado trovano finalmente il tempo di registrare il successore dell'
eponimo full-length di debutto.
Il primo disco di questi alfieri dark/punk era stato in grado di far breccia in entrambi i pubblici, quello
goth e quello degli ambienti
d-i-y da cui loro stessi provengono; nel nuovo lavoro troviamo un po' più i
Killing Joke e un po' meno gli Skeletal Family, ma la sostanza non cambia: musica punk per gotici (o, se preferite, musica gotica per
punk), suonata con passione e perizia, ma mai a discapito della spontaneità, come confermato in sede
live dalle loro numerose e trascinanti esibizioni.
Una novità è rappresentata dal maggior numero di brani in polacco (tra cui le malinconiche "Palac Kultury" e "Swiat Jest Nasz"): la lingua della cantante Pat, unitamente alla sua voce magnetica, nel segno di
Siouxsie ma al tempo stesso molto personale, dona un
quid misterioso e affascinante alle composizioni del gruppo, ben sorrette da un'impalcatura fatta di chitarre taglienti e ritmi serrati ("Sombra De La Cruz", "Wake Up").
Il gruppo spagnolo, pur in debito di evidenti influenze ottantiane, ha sviluppato nel giro di due album un sound molto personale, divenendo una "macchina" ben oliata, che anima un irresistibile caos controllato; i death-rocker che si sono persi il loro debut non dovrebbero ripetere l'errore, perché ci troviamo davanti ai veri eredi del (post-)punk più oscuro.
Gothic-rock per il ventunesimo secolo, nonché una felice eccezione al trend che vede fiorire questo tipo di band quasi sempre dall'altra parte dell'oceano.
25/09/2013