Egle Sommacal

Il cielo si sta oscurando

2014 (Unhip)
fingerpicking

Egle Sommacal è il classico chitarrista delle retrovie, quello che se ne sta sempre defilato (magari anche un poco introverso) ma che a conti fatti tiene su tutta l'impalcatura con la sua laboriosità e il suo talento. Sarebbe pleonastico elogiarne ancora una volta gli evidenti risultati conseguiti con i Massimo Volume, che tutt'ora resistono alla tirannia del tempo senza dare alcun segnale di cedimento.

Parliamo invece del Sommacal solista, che non è una novità ma nemmeno una consuetudine: due i precedenti – “Legno” nel 2007 e “Tanto Non Arriva” nel 2009 – piuttosto diversi ma ugualmente concentrati sulla ricerca di una personale poetica della memoria, radicata nelle passioni musicali di una vita. Nel suo percorso in solitaria Egle non ha mai negato i propri debiti, e lo dimostrano i brani di John Fahey più volte proposti dal vivo. Quel seminale primitivismo cede ora il passo a un fingerpicking più attuale ma altrettanto inconfondibile: quello del menestrello inglese James Blackshaw, il cui tocco caratteristico rivive già dalla title track negli arpeggi di Sommacal, che quasi sempre predilige il suono nitido e vibrante della chitarra acustica, tutt'al più con qualche tacca di riverbero (“Gravità”). Il massimo del lusso tecnico è una loop station su cui incidere brevi tracce d'accompagnamento, delicate meditazioni come “Hello Guys” – non lontana dalla one-man-band Animal Hospital – o meno ispirate cantilene, pericolosamente ridondanti (“Nessun posto sicuro”).

Un diario di momenti quieti dove, in modo del tutto spontaneo, trova spazio anche la classicissima “Première Gymnopedie” di Satie, emblema della musica d'arredamento che non vuole farsi notare ma che finisce per catturare l'attenzione di tutti. Così tutti i brani qui contenuti, che non raccontano storie inedite ma svelano il lato più intimo di un chitarrista che non rinuncia a ritagliarsi un po' di tempo per sé, senza alcuna volontà di sorprendere né tantomeno l'estro avanguardista dell'illustre collega Stefano Pilia.
Resta solo da capire il perché delle sinistre risate inserite nel brano finale (intitolato a una nave da pesca giapponese spinta al largo dallo tsunami del 2011): un elemento stridente e destabilizzante che ci lascia con qualche dubbio sul senso ultimo dell'opera.

23/11/2014

Tracklist

  1. Il cielo si sta oscurando
  2. Hello Guys
  3. Nuvole sopra la Bolognina
  4. Nessun posto sicuro
  5. Gravità
  6. L’Ultimo grande collezionista
  7. Hello Guys (reprise)
  8. Première Gymnopedie
  9. Ryou-Un Maru

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