Morose

La Bygone Era

2014 (Ouzel Recordings)
avant-folk

I liguri Morose rappresentano un nostro piccolo vanto nazionale nell'ambito della scena indie più alternativa e sotterranea. Formatisi a Sarzana nell'estate del 1998 (in verità quando le scene lo-fi e post-rock internazionali stavano iniziando a decadere) da Mauro Costagli, Davide Landini e Michele Angelotti, con l'aiuto di un numero variabile di amici, i Morose riuscirono a conquistare sin da subito i consensi della critica e, soprattutto, la stima di autorevoli colleghi stranieri, Okkervil River e Microphones su tutti. Dopo un periodo di sbandamento (dovuto al temporaneo trasferimento di Costagli in Giappone) e una manciata di cd e cd-r, ecco che giunge ora un album che raccoglie i brani più nascosti e poco conosciuti dei Morose.

Spesso accomunati ai Black Heart Procession, per via di una loro vena un poco lugubre nel proporre un folk minimale e registrato con pochi mezzi, sono in realtà dei parenti stretti dei Thinking Fellers Union Local 282, fatte ovviamente le dovute proporzioni. "La Bygone Era" è strutturato intelligentemente in maniera cronologica, racchiudendo brani dimenticati che vanno dal 1998 al 2004. Mauro Costagli ha qui l'occasione per dare sfogo alle sue capacità più sperimentali e oscure rispetto all'altro bel gruppo da lui portato avanti parallelamente a questo, ovvero i briosi Lo-Fi Sucks!, sebbene tutti i brani siano firmati da Landini.

"Mario Malano", tratto dal loro primo demotape, è ancora ancorato al lo-fi sfilacciato dei primi Sebadoh. "All In The Mud" cambia di poco la solfa, ma è vivacizzato da un flauto pastorale. Molto meglio, invece, la sghemba quadriglia alla Violent Femmes di "Two Things", che risale al 2000. I loro padri putativi Thinking Fellers fanno capolino nel folk surreale di "Sausage Like", tratto da un singolo americano uscito nel 2001, segno questo che qualcosa stava evolvendo nel loro folk primitivista. I Morose provarono ad arrangiare un minimo i loro pezzi con fisarmonica e glockenspiel e se ne ha dimostrazione in "Fishing Boots" e in "How I Killed Leonard Cohen".
Passano ancora un paio di anni ed ecco che fa la sua entrata persino qualche effetto elettronico (il theremin usato in "I Saw You Crying On The Bus" e i borboglii nel finale della spettrale "I Am Vertical"). La decadente "But I'd Rather Be Horizontal" fa invece pensare ai Dirty Three, con tanto di violino e violoncello. A sorpresa, il cd si chiude con un brano inedito risalente al 2001, ma registrato quest'anno, "Falling Aeroplanes", che è forse la melodia più felice di tutto il loro vasto repertorio.

La raccolta non è quindi da intendersi come un "best of" (del resto, qui è documentata solo la prima fase della loro carriera), ma come un buon veicolo per capire appieno l'evoluzione artistica di questo intraprendente gruppo spezzino. Loro sono "indie" nella accezione più nobile del termine e nulla hanno a che spartire con l'assoluta voglia di protagonismo riscontrabile in quasi tutti i gruppi "alternativi" italiani dell'ultima ora, che badano più al look e ai consensi popolari che all'arte.

26/11/2014

Tracklist

  1. Mario Malano
  2. All In The Mud
  3. Two Things
  4. My Heart Is Soap
  5. Sausage Like
  6. Postcard From Hungary
  7. Fishing Boots
  8. Alas!
  9. My Bed Is Kinda Narrow
  10. How I Killed Leonard Cohen
  11. I Saw You Crying On The Bus
  12. I Am Vertical
  13. But I'd Rather Be Horizontal
  14. Falling Aeroplanes

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