Quando nel 2001 mettemmo nel lettore il fulminante esordio dei Black Rebel Motorcycle Club, la sensazione fu quella di trovarsi al cospetto di musicisti in grado di ricreare il vero spirito di una garage band. Ascoltare quelle tracce nell’impianto di casa dava proprio la sensazione di stare in cantina accanto a loro mentre suonavano: un sound vivo che li portò ad affermarsi fra quel ristretto numero di formazioni (Strokes, White Stripes e poche altre) che all’alba del nuovo millennio stavano facendo tendenza.
Il tempo ha confermato le grosse aspettative riposte nel trio, che magari ha perso smalto col passare degli anni, ma ha sempre continuato a licenziare lavori di buonissima fattura.
Oggi l’ennesimo disco dal vivo non ha molto da aggiungere a una discografia ricca e già contrassegnata da diverse proposte live, anche se questa volta il documento ha caratteristiche diverse dai precedenti: a essere fermata per sempre è la serata tenuta il 24 febbraio del 2014 al teatro Trianon di Parigi.
La tracklist alterna brani spediti a momenti di grandissima intensità, ispirati dalla particolare atmosfera del teatro. Tanto le avvolgenti “Returning“ e “Lullaby” quanto le brumose “Some Kind Of Ghosts”, “Sometimes The Light” e “Screaming Gun”, tanto la rotonda “Lose Yourself” quanto le acustiche “Mercy” e “Shuffle Your Feet” si ritrovano a dare il mood a gran parte del disco, sapientemente intervallate agli afflati garage di “Hate The Taste” e “Rival”, alle selvagge “Teenage Disease” e “Conscience Killer”, e alle sane schitarrate di “Sell It” e “Berlin”.
Dopo aver dato spolvero ad alcuni brani meno scontati, nella parte finale della scaletta prendono posizione molti dei classici più celebrati della band, tracce immancabili in grado di scatenare l’apoteosi, quali “Rifles” (niente lacrimuccia però, mi raccomando), “Stop”, “White Palms”, “Spread Your Love” e “Whatever Happened To My Rock’n’Roll”, che chiude lo show sotto scroscianti applausi.
“Live In Paris” si ritrova così ad assurgere al ruolo di documento celebrativo di una band che ha scritto una quantità impressionante di belle canzoni in circa quindici anni di carriera.
Nella ricca confezione, oltre al doppio album, è presente anche un Dvd con le immagini del concerto e il documentario “33,3 %”, diretto da Yana Armur, che scava nel dietro le quinte ritraendo il trio in maniera intima.
24/06/2015