Rieccoci ancora alle prese con la "Zodiac series" della formazione canadese, che in questo vinile 12” si diverte a sperimentare con le sue solenni prurigini progressive-hardcore, dando vita a gustosi scenari di post-modernismo rock.
Il tema di base è quello del tempo e del nostro rapporto sempre più conflittuale con esso, alienati come siamo tra mode, oggetti inutili e la voglia disperata di programmare tutto. Così, insieme al disco, i Fucked Up hanno messo a punto anche un video interattivo, in cui si chiede di aiutare un moderno uomo d’affari a fuggire dalla quotidiana routine… Quanto al brano omonimo, ecco a voi oltre ventuno minuti di epica Fucked Up, presentati come un mix di “traditional instrumentation, piano/synths, flutes and sax, experimental editing/soundscapes". All’inizio, il brano sembra zoomare sul pulviscolo sonoro che attraversa ogni silenzio, ponendoci dinanzi a una minacciosa oscillazione dal sapore cosmico. Due minuti e una chitarra acustica fa gli onori di casa, declinando freschi tratteggi folk. Rumori sparsi e una romanza di pianoforte precedono, quindi, l’ennesima cavalcata in bilico tra ruvidezza e anthemico gaudio. Da qui in avanti, sapete già cosa aspettarvi, con la voce calda e piena di ruggine di Damian Abraham, una solidissima sezione ritmica, qui volendo ancora più groovy, e l’intersezione delle chitarre che, tra unisoni e punti di fuga, conduce il brano a esaurire il suo tour de force.
Con cadenze lente e avvolgenti si riparte in sella alla voce carezzevole dell’ospite Isla Craig, che traghetta gli strumenti verso un nuovo climax, prima che la furia di Abraham e soci esploda con nuovo vigore, accompagnandoci verso l’uscita, dove ritroviamo la chitarra acustica che dispensa fiorellini a destra e a manca. La prima parte di “California Cold” rende invece psichedelico il loro universo di forza bruta e vampa hard’n’roll, mentre la coda va di trip allucinogeno, sollecitando con gusto le porte della percezione.
12/09/2015