“Antico” rappresenta un capitolo tutto nuovo per il percussionista siciliano Alfio Antico, da anni considerato uno dei maggiori interpreti della tammorra, nonché oggetto di studi da parte di molti colleghi, da sempre affascinati dalla particolare tecnica del musicista.
Pastore, conciatore di pelli e artigiano, Alfio Antico è noto ai più per la sua collaborazione con Musicanova, Peppe Barra, Lucio Dalla e Fabrizio De André, oltreché per la sua attività teatrale con Giorgio Albertazzi e Roberto De Simone.
Registrato in un agriturismo a Gangi, “Antico” rinuncia a tutto il campionario tipico della musica popolare: tamburo e voce prendono il pieno controllo di undici improvvisazioni dal forte impatto emotivo.
“Antico” celebra il linguaggio della natura senza che la musica né i testi assumano valenza morale o etica. Un album che alla maniera di “My Life In The Bush Of Ghost” eleva la musica popolare a linguaggio universale.
La produzione di Mario Conte e Colapesce sposta l’attenzione sull’atonalità delle composizioni; le lievi incursioni elettroniche di “Venditori ambulanti” e le grezze ritmiche tribali di “Storii di pisci” ne fanno, inconsapevolmente, un possibile album di riferimento per l’Italian Occult Psychedelia.
All’oscura e arcaica “Anima” viene affidato il versante più psichedelico e sciamanico, mentre a “Pirchì” e “La Rosa” l’autore dona toni più poetici e descrittivi, ingentilendo le asciutte e minimali pagine ritmiche con field recording (con ragli d’asino e belati di pecore) e arpeggi di chitarra acustica.
Ossessiva e ipnotica, la musica di Alfio Antico è confortevole e disturbante allo stesso tempo. Una world music sfaccettata e unica, un viaggio antropologico giocondo e introspettivo, un album che catapulta l'ascoltatore in una cultura arcaica e parallela, un luogo ancestrale dove la memoria restituisce intatta la forza tribale e liberatoria della musica popolare.
16/12/2016