Inanellate un paio di antologie, tra cui la raccolta di rarità "Total Breakdown" (2012), Josh "Dj Shadow" Davis torna a pieno titolo con il seguito di "The Outsider" (2006) e "The Less You Know The Better" (2011), "The Mountain Will Fall".
È un disco di momenti davvero miseri, un miscuglio a tratti inascoltabile d'inconcludente, fighetto trip-hop vecchio stile ("The Mountain Will Fall", "Ashes To Oceans"), pastiche senza qualità che non siano quelle del semplice uso delle macchine ("Three Ralphs", "Berschrund", "Mambo") e numeri duri ("Depth Charge", ma almeno "California" s'inventa una coda virtuosistica breakbeat).
A parte il gangsta "Nobody Speak", sono invece i pezzi con i vocalist rap a far rimembrare vagamente il Davis maestro del cut-up in velocità: "The Sideshow", ma anche "Ghost Town".
Fulgida testimonianza di come il Dj non ne abbia imbroccata una che sia una a vent'anni dal mito - forse dunque precoce - di "Endtroducing" (1996). Minestrina antiquaria sporcata di rozzi disturbi elettronici, neanche lontani parenti della sua arte di collage, e sgraziato tentativo di sincronizzarsi con le tendenze coeve (bass music, vaporwave). Ospiti: Run The Jewels, Nils Frahm, Ernie Fresh, Matthew Halsall, G Jones, Aaron "Bleep Bloop" Triggs. "Ghost Town" era già comparsa nell'Ep "Liquid Amber" (2014), con "Mob" e la classica "Six Days" remixata da Machinedrum. Una bonus se lo si acquista su iTunes ("Swerve").
02/07/2016