La specialità sta però nella forma di "canzona" libera e piana, compassata. I panneggi trascendenti e il canto sillabato ("Golden Bowling", "Triple King") ipnotizzano occupando più della metà della loro durata, e solo verso la fine la trance rinascimentale acquista una qualità di sarabanda psichedelica. La romanza soul della title track sgorga lentamente da un organo elettronico (rubacchia timbro e tonalità a "Zarozinia" dei Hawkwind), venti di gorgheggi, archi e dissonanze glitch: un rollio, una deriva al ralenti. Affonda il colpo "Wholesale Slaughter" negli arpeggi luccicanti e nelle poesie cupe delle due cantanti, a staffetta con un ritornello allungato che è più un motto, dei Fleetwood Mac divenuti oracolisti. In mezzo a questo funerale, nemmeno la proverbiale eccezione gioviale - "Starting With M" - mette da parte raccoglimento e compostezza.
Risultato di qualche anno di provini e performance dal vivo (primo singolo: "Keep You Safe/Wholesale Slaughter", 2013, e un Ep omonimo del 2014 con l'esclusa "Deluxer"). Anche la produzione a veli tridimensionali dello scafato Casey Rice, che esalta con parsimonia le due ugole, contribuisce all'effetto finale. Il loro luttuoso, ombroso e spirituale cuore è comunque un tutto diverso dalla somma delle parti, un invisibile direttore d'orchestra che fa ampliare i tempi, centellinare i toni, eppur caricando di tensione, di pietas, ogni secondo. "Made Of Fire" (contributi di Ramon Lookman degli olandesi Monolog) per il videoclip è scorciata di qualche minuto.
(31/05/2016)