Lay Llamas

The Lay Llamas (ristampa)

2016 (Backwards)
psychedelia, afro, kraut
7.5

"'African Spacecraft' è uno splendido pezzo di psichedelia moderna, con un suono senza tempo. Potrebbe venir fuori da un momento qualunque degli ultimi 40 anni! Ritmo kraut con influenze afro di altissimo livello… Sono rimasto folgorato, quando l'ho ascoltato per la prima volta". A parlare è il demiurgo di Rocket Recordings, Chris Reeder, che nel 2014 ha lanciato i padovani Lay Llamas a bordo del suo razzo in direzione dell'Uovo cosmico. L'impatto tra il missile e il mitico guscio ha generato “Ostro”, prelibato zabaione a base di afro-sound, gaudio lisergico e dolce radioattività à-la Peaking Lights prima maniera.

Solo un paio d'anni prima Nicola Giunta e compagni, visitando il Continente nero grazie alle coordinate tracciate da grandi esploratori del suono come Aktuala, Telaio Magnetico, Egisto Macchi e Stefano Torossi, avevano immortalato su nastro il loro vero esordio musicale battezzandolo col proprio nome. Un debutto sicuramente atipico, che non tradisce alcuna ingenuità o tensione a una bulimica irruenza. Tutt'altro. “The Lay Llamas” suona infatti come un lavoro maturo, ponderato.
Un'opera finita, quattro anni dopo, nel cuore – e nel catalogo – di Backwards, che ha scelto di traslare su vinile il primo pellegrinaggio esotico del quintetto.

Pur subentrando agli ipnotici loop e alle percussioni tribali delle intro, i riff di basso narcotizzanti di Giunta incarnano musicalmente il concetto aristotelico di “Motore immobile” da cui tutto sboccia, vive e muore: succede sia nei vorticosi ritmi dell'acclamata “African Spacecraft (2092 AD: Lift Off, Journey and Landing)” – il cui titolo completo sembra fondere visioni futuristiche a echi del manifesto controculturale di Timothy Leary “Turn on, tune in, drop out” – sia nell'ondeggiante danza rituale di “Space Jungle Mantra”.

L'acido folk-blues “The Voice of The Big Snake (Wait And Learn)” si impregna lentamente d'incenso al sopraggiungere di sitar e flauto indiano, poi rimpiazzati dai pervasivi drappi sintetici di “Rite of Passage”.
La chicca di questa ristampa è la bonus track, “Journey to Sekelesa's Cosmic Mountain”: un fraseggio psych-folk reiterato all'infinito, mentre intorno i suoni della natura si mescolano a placidi guizzi di synth come avveniva, nel 1972, in “Sonic Seasonings” di Wendy Carlos.

12/04/2016

Tracklist

  1. African Spacecraft (2092 AD: Lift Off, Journey and Landing)
  2. Space Jungle Mantra
  3. The Voice of The Big Snake (Wait and Learn)
  4. Rite of Passage
  5. Journey to Sekelesa's Cosmic Mountain