Teresa Rampazzi

Immagini Per Diana Baylon

2016 (Die Schachtel)
elettronica, library

La compositrice vicentina Teresa Rampazzi occupa un posto più unico che raro nel panorama internazionale della ricerca sonora. Rimasta a lungo praticamente sconosciuta ai più (si iniziò a parlare di lei solo dopo la sua morte, avvenuta in una casa di riposo di Bassano Del Grappa nel 2001, dopo il suo definitivo ritiro dalle attività musicali, avvenuto nel 1993), la Rampazzi può ritenersi una figura-chiave di tutta quella schiera di sperimentatori elettronici che erano innanzitutto degli autentici artigiani del montaggio sonoro, piuttosto che dei "maestri" di musica o dei docenti cattedratici.

Interessata fin dai primi anni Cinquanta dei nuovi (e all'epoca inediti) mezzi per comporre e realizzare della musica concreta (sull'esempio di Pierre Schaeffer e Pierre Henry in Francia e di Bruno Maderna e Luciano Berio qui in Italia), la Rampazzi realizzò subito che il suo compito non doveva tanto essere quella della compositrice contemporanea, ma quello di "ricercatrice" di nuovi moduli sonori. In tal senso, si potrebbe fare un paragone tra lei e il veneziano Pietro Grossi (che visse però quasi sempre a Firenze), ma la Rampazzi è ancor meno accademica di quel nostro pioniere della computer music internazionale.

Non è un caso che il gruppo aperto da lei fondato nel 1964, le Nuove Proposte Sonore, si occupasse più di divulgazione di informatica musicale che di composizioni vere e proprie. Ciò nonostante, pur con il suo metodo di "taglia e cuci" del nastro magnetico pre-registrato mediante delle vere forbici (un po' come facevano i montatori del cinema prima dell'avvento del digitale), insieme all'ausilio di vari filtri a bobine e modulatori ad anello, Teresa Rampazzi riuscì a creare degli autentici gioielli di "early electronic music", in buona parte documentati nell'ottima raccolta "Musica Endoscopica" (Die Schachtel, 2008).

Le sue composizioni erano mirate come commenti a immagini o per installazioni. La "Musica Endoscopica", addirittura, era la colonna sonora di un documentario su una delle prime gastroscopie che furono effettuate in Italia, dal Dott. Domenico Oselladore (un luminare della scienza medica endoscopica).
Oggi, sempre la Die Schachtel ripropone quello che può considerarsi il vertice assoluto di tutta l'arte di Teresa Rampazzi, ovvero il commento musicale "Immagini per Diana Baylon", concepito e realizzato a Firenze nel 1972 nella galleria d'arte moderna "Il Fiore".

Diana Baylon, scomparsa nel 2013 alla veneranda età di novantatré anni, fu un'importante artista visuale e il commento sonoro (si badi bene, "sonoro" e non "musicale"!) ben si adatta alle opere astratte e "cinetiche" dell'artista fiorentina. La sua durata originaria era di ben tre ore, ma questa edizione in vinile riporta solo ciò che è rimasto a disposizione negli archivi personali della compositrice vicentina. Dobbiamo quindi accontentarci di poco più di mezz'ora di sperimentazioni elettroacustiche, ma di primissima qualità.

I "mood" racchiusi nei solchi dei due lati del disco sono molteplici e tutti compenetranti tra loro, senza stacchi netti, ma con una loro precisa continuità. Si va da una quieta "ambient music" ante-litteram (Brian Eno ancora non aveva pensato a della musica per determinati ambienti) a statici passaggi immobili, tipici dell'elettronica di Eliane Radigue, per poi ritrovarci in un clima ben più minaccioso e brumoso (si pensi alle possenti e detonanti installazioni sonore di Maryanne Amacher o all'elettronica brutale e trucemente espressionista della prima Pauline Oliveros) e quindi meno conciliante.

Il tutto si sussegue senza un attimo di tregua, ma senza neanche il minimo senso di tedio. Va da sé che si tratta di un'uscita discografica caldamente consigliata, importante non solo come documento storico, ma come opera d'arte vera e propria. Chi vuole iniziare a conoscere una grande e misconosciuta (non) musicista come Teresa Rampazzi, può tranquillamente partire da qui.

06/05/2016

Tracklist

Side A

  1. Immagini per Diana Baylon pt. 1

Side B

  1. Immagini per Diana Baylon pt. 2

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