La fibrillazione da poema minimalista alla Terry Riley, in "Pitch" e "Kendo", si fonde col battito e spalanca le porte - a seconda - a un groove possente o a un'evocazione di voci in trance, droni ed echi. Il passo gargantuesco e i synth lugubri e magmatici di "Tripolar" mutano in modo quasi subliminale in una danza pastorale frenetica. Questi intenti seri poi possono capitolare in sviluppi faceti di livello ancora più alto, come l'eccitante parodia del nu-soul di "Tr2" (liriche ripetute come mantra, battito industriale, effetti scenografici sparsi).
Completano il quadro due buone locomotive con vocalist femminili: il depresso ma poliritmico e supersonico riff synth-pop "##Pap" e "O.A.U.", degna degli Out Hud.
Seguito del mini "Mondial Frigor" (2015), è un brillante - non selvaggio - mosaico di ritmi multiformi che non abusa delle proprie potenzialità. Sempre sostenuti, che siano pulsazioni fitte o passi felpati, e, quindi, credibili. Già un marchio di fabbrica. Si va sul sicuro anche nel singolo commercialotto, "Luxard", con video.
(22/07/2016)