Dietro lo pseudonimo Ykymr si cela un fotografo professionista e un musicista giapponese che, dal 2013, si è specializzato nella produzione di Lp elettroacustici minimali incentrati su flebili sonorità che hanno come fulcro principale la natura e i suoi cambiamenti nel tempo e nelle stagioni. I titoli della sua discografia - "Summer Holiday" (2013), "Autumn Leaves" (2013), "We Were Seeing The Sea Beyond The Fog" (2014), "Green Hour Has Come" (2015) - sono abbastanza esemplificativi dei richiami atmosferici che Ykymr vuole rievocare. Il nuovo album - "Spring Fields Become A Hummingbird" - celebra la primavera, stagione dei colori e del ritorno alla vita.
Il merito della pubblicazione spetta alla lodevole etichetta italiana La Bel Netlabel che da anni produce eccellenti album elettroacustici - tra questi "Music For Plants" di Jan Grunfeld e "Krilin Split" del duo Cuarto/Indiosingracia - dotati di enormi capacità descrittive, dove la parola relax non implica una fuga dal pensiero per "staccare" dalla quotidianità, bensì una maggiore percezione dei sensi che ci aiuti a comprendere meglio quello che dovrebbe esserci familiare. Viene alla mente l'avvertimento di David Byrne su quello che la musica non dovrebbe mai essere, una "Spa" per anime in cerca di quiete. Nelle intenzioni della Label e di Ykymr il "relax" è la ricerca di un punto di equilibrio, sintesi tra noi e ciò che ci sta intorno, tra l'uomo e la natura, ricercata grazie al piacere del "rumore dei passi sulla neve, del sole sul viso, dell'ascolto della musica prima di addormentarsi, dell'essere soli nel mezzo della notte, dell'odore della pioggia sull'asfalto caldo".
Nei sette brani predominano elementi acustici scarnificati, mentre l'elettronica è un flebile sottofondo appena accennato e le registrazioni esterne sono ridotte ai minimi termini; è una musica che dà sensazioni, fa pensare a immagini e colori, offrendone quasi una percezione tattile, oltre che uditiva. Dopo la brevissima introduzione "Sorry", si giunge a "Fall In Blue", perfetto brano elettroacustico dove la chitarra e un'elettronica mai invadente sono ritmate da percussioni "non convenzionali". "Nervous Club Weekender", segnata da poche note di tastiera ripetute, rappresenta il brano più gioioso e infantile che termina in inattese note di chitarra elettrica dai sapori quasi psych-folk.
"Heartbeat", di estrema semplicità e gradevolezza, è ritmata da percussioni elettroniche. "Snow In the Southerly" - forse il momento più alto dell'album - assume aspetti onirici e sembra accompagnarci in un stato piacevole di sonno/veglia. Le note del piano - ridotte al minimo - diventano quasi marginali; la sottrazione è massima ed è il canto degli uccelli a essere centrale. "Sleepy", a dispetto del titolo, è decisamente più inquieta e rimanda a certe sonorità post-rock.
Nel finale "Spring Birds" - c'è solo un pianoforte, probabilmente scordato, povero e scarno dove sono i silenzi a parlare più delle note.
23/05/2016