Giancane

Da Il Muro del Canto alla carriera solista, Giancane prosegue un personale percorso artistico che, partendo da radici ben salde nella tradizione romanesca, si affaccia deciso verso una moderna forma di cantautorato indie, posizionandosi al crocevia fra un Lucio Leoni (ospite in “Adotta un fascista”), un Appino (per le forti dosi di quel combat-folk tipico dei Zen Circus, vedi “Ipocondria”, “Non sono ricco” e “Disagio”), un Niccolò Contessa (l’electro-pop denso di riferimenti anni Ottanta in “Limone”) e un Calcutta (le fragili piccole storie metropolitane narrate in “Odio i bambini”).

Non mancano il bluesaccio elettrico alla Adriano Viterbini (“Intro”), la ballatona d’amore (“2 volte 6”, impreziosita dal violino di Andrea Ruggiero), la Christmas Song buona da sottofondo per scartare i regali (“Buon compleanno Gesù”) e la deriva techno-umoristica di “Ipocondria Pt. 2”, preludio alla simpatica cover di Gigi D’Agostino “L’amour toujours”.
Il secondo album del cantautore capitolino ha tutte le carte in regola per lanciare Giancane definitivamente in orbita, dopo il biglietto da visita confezionato con l’esordio “Una vita al top”, premiato da una deluxe edition dopo che la prima emissione è andata rapidamente esaurita.

Fra una cassa di Peroni da 66 e i giochini enigmistici da risolvere – uno per ogni canzone - inseriti nel booklet, “Ansia e disagio” scorre piacevolmente, con tutti gli ingredienti giusti per qualificarlo come album di culto, non soltanto nel circuito romano.
Un disco che cerca una propria via per coniugare spensieratezza e scrittura non banale, tradizione e contemporaneità, ponendo Giancane nella schiera dei cantautori più illuminati della propria generazione, forte di un mix stilistico con pochi uguali oggi in Italia.

08/01/2018