Los Campesinos!

Sick Scenes

2017 (Wichita)
alt-pop, emo

Non c'entra niente la Spagna, c'entra la Terra di Albione, quella madida e verde, dal cielo cangiante come l'umore di una teenager. Quindi musica per teenager verrebbe da dire, quella dei Los Campesinos!, gallesi quanto il narciso. Forse sì, ma non soltanto. I loro concerti sono anche raduni dei possessori della tessera del partito "post-adolescente", perché sono soprattutto questi che amano la musica dei contadini britannici, un po' troppo emo per essere indie-rock e un po' troppo indie-rock per essere emo. Eppure basta qualche secondo di ascolto per accorgersi che il britpop di Damon Albarn  e compagnia bella non è mai tramontato, semmai si è nascosto sotto una nuova cera, adattandosi ai tempi e cercando di non apparire anacronistico, come un vecchio che si veste da giovane.

 
"Sick Scenes" non aggiunge niente a quanto già detto dai Los Campesinos! in sei album e altrettanti Ep di carriera. Sono rimasti loro: una famiglia numerosa attorno a una tavola imbandita. Quando scatta l'empatia, defluisce una musica che riempie le orecchie, perché i Los Campesinos! stanno al minimalismo come la croce sta al vampiro. Se gli Arcade Fire decidessero di prendersi meno sul serio e di sballarsi un po' di più, suonerebbero un po' così. Uno dei miei amici, che azzarda somiglianze musicali senza cognizione di causa, direbbe che Gareth David gli ricorda un po' Isaac Brook dei Modest Mouse e stavolta avrebbe pure ragione.
 
Per chi cerca sfoghi pop-punk, c'è pane da mettere sotto i denti ("I Broke Up In Amarante"); stessa cosa per chi sta cercando un semplice motivetto da attaccarsi alla lingua per cantare tutti insieme, come se si fosse in curva (al Dall'Ara di Bologna, per esempio). C'è anche il sottofondo ideale per chi ama sognare ad occhi aperti e trasformare i momenti più cinematografici della propria vita nell'ultima scena di una serie televisiva (tra "A Slow Slow Death" e "The Fall Of Home" c'è solo l'imbarazzo della scelta). Rigorosamente in slow motion, naturalmente, magari mentre guardate distratti fuori dal finestrino e lasciate che il treno vi riporti verso casa.
 
Il problema è che tutto si appiattisce. Dopo la prima metà dell'album, ciò che i ragazzi di Cardiff hanno ancora da dirci assume la stessa rilevanza di "lunghe code sul raccordo anulare". Passata una ventina di minuti, "Sick Scenes" si smaterializza come un partner che perde fascino mano a mano che lo conosci meglio. Fosse durato la metà, avremmo accolto il ritorno dei Los Campesinos! con un sorriso più sincero e qualche sbadiglio in meno. Proprio come un amico che ha poche cose da dirti, ma che fa sempre piacere riabbracciare.

26/02/2017

Tracklist

  1. Renato Dall'Ara (2008)
  2. Sad Suppers
  3. I Broke Up In Amarante
  4. The Fall Of Home
  5. 5 Flucloxacillin
  6. Here's to the Fourth Time!
  7. For Whom the Belly Tolls
  8. Got Stendhal's
  9. A Litany/Heart Swells
  10. Hung Empty

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