Philip Jeck

Iklectik

2017 (Touch)
experimental, drone

Philip Jeck è, molto semplicemente, colui che più d'ogni altro ha elevato a forma d'arte sonora la turntable music. Da oltre vent'anni l'etichetta londinese Touch fa tesoro di questa espressione quietamente sublime, tanto negli album in studio quanto in una selezione di registrazioni live.
La presente edizione limitata documenta la performance tenutasi lo scorso 11 maggio presso il laboratorio IKLECTIK, nell'ambito di una serie di eventi curati dallo stesso per il progetto internazionale The Engine Room dedicato alla sound art.

La materia prima di Jeck sono frammenti musicali alla stregua di reperti, accumulazioni di objets trouvés in cui tuttavia le diverse sorgenti non soffrono mai di un contrasto violento bensì, secondo il know-how che contraddistingue anche i migliori dj, si distendono mollemente l'una sull'altra e si armonizzano in maniera spontanea, sfumandosi nei loro rispettivi confini.
Dai tratti definiti dell'avvio - sinistro e vibrante come un lounge bar lynchano - il fluire viscoso del suono cede il passo all'onda lunga di ambientazioni generate dal rallentamento del piatto. Sottili fruscii e scricchiolii sono pressoché gli unici, sporadici elementi para-ritmici tra le campiture di un affresco ininterrotto e dai colori sbiaditi, sottratto al dominio della memoria sonora verso una dimensione astratta e impalpabile.

Tuttavia, come e più che nelle sale da ballo spiritate di Caretaker, l'obiettivo ultimo non è la conservazione ma l'oblio, l'abbandono in quell'area cerebrale in cui la percezione non si sedimenta ma subito si disperde e scompare. "Iklectik" è un ennesimo, inebriante stream of (un)consciousness musicale da parte di uno tra i più sensibili decani della sperimentazione contemporanea.

26/09/2017

Tracklist

  1. Iklectik

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