Di notte Keith Kenniff si mette al pianoforte e dà forma a visioni di luce che lentamente emergono dall’oscurità. Sono già passati circa quindici anni, tra i progetti solisti Helios e Goldmund e il duo dream-pop Mint Julep con la moglie Hollie, ma tuttora l’ispirazione non manca di favorire l’umile compositore americano.
Questo nuovo ideale incontro fra la poetica ambient e quella neoclassica trae il suo titolo, “Veriditas”, dalla filosofia della monaca Hildegarda von Bingen: è l’energia vitale della natura come testimonianza de “la lucente vita dell’essenza divina”, potenza creatrice sovrumana che ammanta ogni cosa su questa Terra.
Sin dal morbido attacco, “Seeming” equivale alla disposizione di un giaciglio per l’ascolto, invita da subito a fermarsi per entrare appieno nel mood sognante e pacificato del disco, in più casi sospeso tra le ariose melodie degli Hammock (“Dreams”, “Silverlight”) e le arcate iridescenti del precursore Harold Budd (“Harmonia”, “North Wind”, “Row The Tide”); “Toward You” e il breve frammento “Latest Lost” evocano i quadri opachi di Benoît Pioulard, mentre “Even Today” l’impalpabile delicatezza del Nils Frahm acustico, ma ciascuno di tali rimandi non è che una sfumatura vagamente familiare entro uno stile personale e tutt’altro che stereotipato.
Poche e ben distribuite le ombreggiature: due rintocchi bassi sul finale di “Eventually” e il dark-folk vespertino di “Upward Beside The Gale” deviano lo scenario da un’impressione di imperturbabile quiete interiore, tuttavia prevalente come in tutta la produzione a nome Helios, dal romanticismo post-rock di “Eingya” agli abbacinanti soundscape atmosferici di “Moiety”.
Nella paziente decantazione degli spunti originari risiede la qualità artistica di Kenniff, disinteressato alla grandiosità e sicuro nella propria modesta ambizione che mai ne sminuisce il raffinato gusto per la melodia pura. Così “Veriditas” e i suoi splendidi estratti audiovisivi ci condurranno per mano verso le più amabili sinestesie dell’imminente autunno.
12/09/2018