L'artwork in copertina dell'illustratore Sander Ettema, dominato da una specie di “Regina rossa” con le fattezze di una creatura di Gerald Scarfe, e il layout à-la “Fiabe sonore” della cassetta, distribuita in 75 copie dalla finlandese Ikuisuus, sono un chiaro indizio del binomio “sogno-realtà” su cui è fondato “El origen del pensamiento mágico”, lavoro a quattro mani dello sperimentatore argentino Pablo Picco (aka Bardo Todol) e del polistrumentista toscano Devid Ciampalini (Metzengerstein, Holy Hole).
Il titolo, smaccatamente jodorowskyiano, non fa che spingerci con forza oltre i tendaggi rossi di questo palcoscenico dell'assurdo, traghettandoci per quasi 45 minuti nelle quinte di una dimensione parallela in cui coesistono sonorità disturbate, atonalità elettroniche frammiste al placido frinìo dei grilli, sample vocali mutuati dall'educational tv degli anni 70, detriti di sound-poetry, fumose percussioni tribali, incantesimi world lanciati e rapidamente spezzati, archi snaturati e rievocazioni sparse del mai dimenticato Jorge Reyes.
Più follemente variopinto è il mondo che si prospetta nel lato B del nastro, popolato da boscaglie di library-music, totem analogici dedicati a Laurie Spiegel, radure hauntology con sparuti arbusti ambient, cicalecci alieni e fisarmoniche sottoposte al tavolo di stiramento. Il tutto, come accade anche nella prima traccia, inframmezzato da improvvisi e irregolari silenzi.
Se siete alla ricerca di un'esperienza che traduca in suono gli incubi ancora inediti di Lewis Carroll, i fantasiosi deliri di Alejandro Jodorowsky e le allucinate visioni di Terry Gilliam, “El origen del pensamiento mágico” fa per voi.
28/01/2019